ALLOR CHE IN VAL DELL'AGNO SI ANDAVA IN DILIGENZA |
Scritto da Redazione |
Lunedì 22 Febbraio 2010 19:04 |
Un viaggio,da Trissino a Recoaro, 160 anni fa: dopo Napoleone, ma prima del treno, della Marzotto, della s.s. 246 di Giorgio Trivelli (pubblicato in "Appunti - vita della VAlle dell'Agno - maggio 1989) Giugno 1825. L'omnibus di Angelo Crosara di Valdagno ha undici posti a sedere. Quattro cavalli sudati lo tirano sbuffando, il postiglione a cassetta sembra un domatore del circo, ci tiene a far bella figura, è un punto d'onore distinguere la sua vettura dai villici carriaggi che sfilano, lenti, carichi, asino-trainati, lungo la strada assolata che porta in vista dell'abitato di Trissino.
Siamo entrati nel Distretto di Valdagno, sette comuni, ventimila anime in tutto, più dell'ottanta per cento sono coltivatori della terra; e poi settanta ecclesiastici, 381 artigiani e manifattori, 262 "giornalieri artisti" e 126 negozianti in genere. A destra la strada si lascia Castelgomberto e più avanti, sinistra, al di là dell'Agno, Brogliano con Quargnenta. Il prossimo Comune sarà Cornedo, con Cereda e Muzzolon. Poi si passa l'Agno sul ponte di pietra, prima di Valdagno, e il torrente è limpido, l'acqua scorre copiosa, nei "vaji" più in alto, là verso ponente e tramontana, luccica ancora la neve. Alla stazione di Valdagno qualche viaggiatore scende. Altri salgono, verranno a Recoaro forse per qualche motivo legato alla "stagione" che sta per cominciare. Pagano al postiglione, una Lira Austriaca per quasi un'ora e mezza di scossoni sul selciato sassoso, con la strada che s'inerpica su per la valle fattasi stretta e ombrosa, ma fresca e piacevole malgrado la diligenza arranchi, inciampi, sussulti nel terreno accidentato. Eppure, sembra quasi un miracolo, questa nuova carrozzabile che ha sostituito la vecchia mulattiera o "strada cavallara". Adesso i "foresti" si fermano a Valdagno sempre meno. Preferiscono proseguire per Recoaro, bersi sul posto tutta l'acqua che vogliono, senza farsela arrivare negli alberghi di Valdagno, portata a sera dai "mussatari" di Recoaro, allegri, rudi e avvinazzati. A Recoaro l'albergo è più caro, sette Lire più due e mezza per ogni domestico. Ma c'è la comodità, appunto, di bersi l'acqua preziosa sul posto. Ma non tutte sono raccomandabili, l'igiene non è proprio assicurata, come ha rilevato il Comune qualche anno fa, richiamando all'ordine affitta-letti, alloggiatori, betolieri e locandieri del paese. In compenso, 14 locande con oltre 200 camere, son destinate al "ceto mediò", ed altrettante, con oltre 240 camere, sono particolarmente adatte ad ospitare i villeggianti di riguardo. Tra queste si parla dell'Europa", del "Trettenero", del "Varese" e soprattutto degli alberghi delle Fonti, quello dei Fratelli Giorgetti e l'altro di Matteo Facchin. Al "Riposo" si fa l'ultima breve sosta prima di Recoaro. La salita è stata ripida, ora c'è la discesa fino ai Facchini, bisognerebbe che costruissero un tratto di strada più in piano. Chissà, forse in avvenire... Perché la gente ha cominciato a muoversi di più, son sorte delle fabbriche nuove nel Distretto di Valdagno, forse un domani se ne pianteranno di grandi, e facilmente verranno su nella città Capo Distretto, e allora il commercio e il lavoro più intensi faranno spostare i valligiani_ su e giù per questa carrozzabile che appena tracciata già sembra troppo stretta. Trentasei filande da seta, ci sono nel Distretto, con 465 uomini e donne che vi lavorano, e poi nove fabbriche per panni ordinari, con 80 operai, quattro tintorie, 40 addetti a produrre tappeti, nastri e tovaglie. Le altre, antiche attività della valle resistono al mutare dei tempi: 60 mulini macinano il grano, in 12 torchi si spreme l'olio, 4 mulini a sega tagliano il legname, altrettante fucine a maglio modellano il ferro, da due fornaci escono tegole e mattoni per costruzioni. Cultura, poca. Sono state aperte nuove scuole un po' dappertutto, ma sono poco o pochissimo frequentate specialmente nelle frazioni sui monti, e specialmente nelle stagioni in cui si lavora sui campi. Il postale è ormai giunto a destinazione. Il Distretto di Valdagno termina qui, sui bastioni di quel grande anfiteatro naturale che racchiude il paese. Non scorre pigra, la vita, in queste terre laboriose; la maggior parte della gente si spezza la schiena per sfamare le bocche numerose in famiglia. Ma molti, tutti sperano che qualcosa di nuovo accada, che si possa faticare un po' meno sui campi, che arrivi la paga giornaliera,.sempre uguale, sempre sicura, come capita già in giro, dove i contadini finiscono a prestar l'opera sotto un tetto, con qualsiasi tempo, e non si dipende più dal secco o dalla tempesta che ti fa piangere lacrime amare quando viene il momento del raccolto. Don Marchesini, il parroco di Recoaro, ha detto che verrà per la Valle il tempo della prosperità. Anzi, sta già arrivando. L'acqua per Recoaro, la lana per gli altri, Valdagno soprattutto. Chissà, pensano i valligiani, forse tutto cambierà in questo Distretto, o quasi... Forse, un giorno, saremo tutti contenti e ricchi... L. FORTI, Descrizione geografica del Distretto di Valdagno nella Provincia di Vicenza, tip. Picutti, 1826. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 22 Febbraio 2010 19:14 |