RIFLESSIONE RELIGIOSA PER LA QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA PDF Stampa E-mail
VITA PARROCCHIALE - catechesi

DIO SMEMORATO!

Sorpresa in flagrante adulterio! Questa donna è una peccatrice, una che ha violato in un colpo solo la legge di Dio e quella degli uomini. È colpevole! Gesù stesso non cerca di difenderla in alcun modo, non la scusa, non chiede una grazia particolare o una qualche indulgenza. Anche Gesù riconosce che ciò che ha fatto quella donna è sbagliato e non deve accadere mai.

Ma se Gesù concorda con gli scribi e i farisei nel condannare il peccato della donna, il suo giudizio verso di lei è molto diverso. Gesù non dice che lei non abbia colpe, tutt’altro. Ma guarda la scena da una prospettiva diversa. La folla che vorrebbe lapidare la donna è preoccupata del passato, Gesù spera nel futuro. Non guarda indietro, all’irreparabile errore commesso, pesante come una pietra e altrettanto duro. Gesù guarda avanti, alla possibilità che quella donna si converta e viva senza peccare più. È lo sguardo smemorato di Dio, lo sguardo di chi spera ad ogni costo.

Lo sguardo che nella prima lettura il Signore ci chiede di avere: non ricordate più le cose passate, non pensate più a quello che è stato prima. Ecco, io faccio qualcosa di nuovo! È straordinaria la forza di questo Dio che pretende di rinnovare il mondo, è un invito incredibile, veramente incosciente dal punto di vista umano: come è possibile dimenticarsi del passato? Come si può anche solo pensare di vivere senza tenere conto di ciò che è accaduto prima? Il passato è la nostra zavorra, quella che ci ancora solidamente alla realtà e ci tiene legati alla ragionevolezza di una vita coerente e giusta nel distribuire meriti e colpe.

Ma Dio non è giusto, non in questo modo. Dio ha la forza di un innamorato, per il quale i progetti e i sogni per domani sono più veri dei pensieri di oggi. Faccio una cosa nuova, dice il Signore, qualcosa di mai visto prima, e che già sta germogliando. È nata, non si può più fermare, il progetto di Dio è già messo in moto e travolge come una valanga ogni ostacolo.

Ricordiamoci sempre che il Signore non si ferma al passato, ma guarda al futuro.

Ricordiamolo, quando diciamo che il mondo sta andando in malora e che una volta era tutto meglio. Non è così! Dicendolo manchiamo di fede nel Dio che rinnova costantemente il suo Creato.

Ricordiamolo, quando giudichiamo qualcuno, quando portiamo rancore, quando non ci riesce di perdonare o quando ci siamo scottati troppo e non abbiamo più fiducia. Non è così che va il mondo! Non va così perché Dio non ragiona così, ma ad ogni caduta si rialza, ad ogni sconfitta rilancia perché ha speranza nelle sue creature.

Ricordiamolo, infine, quando ci arrendiamo ai nostri limiti e difetti, quando diciamo: “Sono fatto così, non posso farci niente”. Non è così! Noi siamo immagine di Dio, fatti per rialzare la testa ogni volta e rinascere ogni giorno come creature nuove, perché il suo Spirito abita in noi e ci rinnova costantemente.

Facciamo nostro l’entusiasmo di san Paolo, che dice: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi è davanti, corro verso la meta, che è il Regno di Dio. Corriamo anche noi, e rinnoviamo il mondo agendo con carità, fede e soprattutto speranza.
Senza speranza, la fede e la carità non sanno dove andare e cosa fare. Con la speranza, ogni cosa ha un senso e un orientamento. E la nostra speranza è Gesù, colui che sa guardare ogni creatura vedendo tutto il bene che potrà fare; Gesù è la nostra speranza, viviamo con speranza per essere testimoni di Gesù a parole e nei fatti della vita quotidiana. (don Gianluca Padovan)