Un prete di stampo antico ma moderno: don Alfonso Zecchin PDF Stampa E-mail
VITA PARROCCHIALE - Biografie
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Un prete di stampo antico ma moderno: don Alfonso Zecchin
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C'è un sacerdote nativo di San Bonifacio di cui non solo il paese che gli ha dato le origini, ma anche i luoghi dove ha prestato il suo servizio pastorale per più di cinquant'anni debbono essere orgogliosi: don Alfonso Zecchin.
Don Alfonso è nato il 4 dicembre 1920 da una poverissima famiglia a Prove di San Bonifacio, un grosso comune principalmente agricolo in provincia di Verona, ma appartenente alle diocesi di Vicenza. Nel suo paese natale, bambino, Alfonso frequentò le scuole elementari e le prime due classi di avviamento professionale, come era uso in quel tempo per i bambini delle famiglie povere.

 

 

Evidentemente fin da piccolo fu notata la sua particolare predisposizione, certamente  la sua pietà, tanto che gli fu proposto di avviarsi al sacerdozio e gli studi preparatori al seminario egli poté seguirli a Lonigo (Vicenza) in una scuola privata, dove alcuni sacerdoti preparavano i ragazzi per essere  ammessi al seminario diocesano. Un testimone del suo paese natale ricorda che la mamma di don Alfonso, la povera Maria buona e generosa , nel giorno in cui don Alfonso celebrò a Prova la sua prima messa, raccontò che suo figlio fin da ragazzo era innamorato della Madonna. Quando andava a scuola da Prova a Lonigo (erano 8 chilometri) passava ogni mattina davanti al santuario di santa Maria dei Miracoli di Lonigo e si fermava per dire le sue preghiere e dare qualche monetina, frutto di qualche sua piccola rinuncia.
A quindici anni, nel 1935, venne accettato nel seminario della diocesi di Vicenza, di cui era allora vescovo il celebre Monsignor Ferdinando Rodolfi e lì compì tutti gli studi.
Durante la seconda guerra mondiale, il 15 novembre 1944 ci fu un avvenimento che dette una particolare impronta alla sua vita. Era già stato ordinato diacono e si trovava ospite del parroco di Peri in provincia di Verona, quando il paese fu sottoposto a un bombardamento da cui si salvò, pressoché miracolosamente, sia pure con ferita la gamba, mentre più di 30 persone che si trovavano in quella località perirono sotto le bombe.
Egli attribuì quella quasi miracolosa sopravvivenza a un intervento della Madonna e da quell’avvenimento ebbe un ulteriore forte rafforzamento la sua particolare devozione alla Madonna, a cui fu sempre devotissimo.
La sua consacrazione sacerdotale da parte del vescovo di Vicenza Monsignor Carlo Zinato fu celebrata il 24 giugno 1945, nella festa di San Giovanni Battista, nella chiesa di Santa Corona di Vicenza.
Il primo servizio sacerdotale si svolse nella parrocchia di Malo in cui giunse come cappellano il 15 agosto 1945 due mesi dopo la sua ordinazione. Egli dimostrò subito un particolare predisposizione per la pastorale fra i giovani. Nello spirito di quegli anni organizzò anzitutto per essi delle associazioni sportive: la locale squadra di calcio ebbe grandi successi e diventò pure un vivaio di campioni: alcuni ragazzi infatti entreranno a far parte di squadre molto importanti, anche di serie A.
Il suo impegno è coronato anche da una riconoscimenti ad alto livello tanto da vincere anche un concorso nazionale con il primo premio di una radio, che viene consegnata a Roma dallo stesso Papa Pio XII. Fondò pure a Malo una sezione sportiva di ciclismo, che ebbe il suo momento maggiore di gloria quando uno dei suoi giovani, Gasparella, vinse addirittura un campionato mondiale su pista.
Ma a Malo le  sue iniziative non sono soltanto ricreative, egli cerca pure di comunicare ai giovani soprattutto lo spirito della carità ed ecco quindi  che fonda una nuova associazione: la San Vincenzo dei giovani.
Nel frattempo don Alfonso comincia ad essere conosciuto anche per le sue grandi capacità di comunicatore del messaggio cristiano e di predicatore. Egli per cinque anni viene chiamata del vescovo di Firenze Monsignor Fiordelli a predicare nelle fabbriche di Prato. Predicare agli lavoratori nello stesso ambiente di lavoro fu per quegli anni davvero un autentico apostolato di avanguardia.
Il suo apostolato della parola nella predicazione si svolse anche in alcune parrocchie romane. Ma nel frattempo egli si occupa anche di scuola, quasi tutti i giorni feriali, dalle 8 alle ore 12, con altri sacerdoti, insegna della scuola parrocchiale, una specie scuola media, che fino a 1962 non era obbligatoria è quindi non era presente in tutti comuni, e nella quale egli insegnava matematica, storia, geografia, latino. Una vita sacerdotale intensissima e aperta a tutte le dimensioni pastorali fu pertanto quella di don Alfonso nei suoi primi anni di ministero.
Il 20 gennaio 1956 don Alfonso lascia i suoi giovani di Malo e, con grande rimpianto da parte di costoro, approda a Maglio di Sopra, una frazione a nord di Valdagno, per aiutare il parroco anziano. A questi egli succederà nella guida della parrocchia nel 1963 un anno dopo la morte del suo predecessore e lì rimane fino alla sua morte l’11 marzo 2000 per un arco di 44 anni.
A Maglio di Sopra si concretizza la sua seconda grande iniziativa: egli realizza un grande e importante centro di formazione professionale. Va tenuto presente che,  negli anni precedenti al miracolo economico, molte iniziative a servizio di avviamento e di preparazione alla professione operaia e specializzata erano promosse dalla Pontificia Opera di Assistenza (POA) in molte parrocchie dell’Italia. A Maglio iniziative di tal genere erano state avviate dal cappellano precedente con due corsi di preparazione al lavoro di addetti al settore meccanico.
Don Alfonso non solo continua l’attività ma la incentiva, la ingrandisce, la rende un punto di riferimento importante non solo per la Valle dell’Agno ma per tutto l’Alto Vicentino facendola sfociare nel Centro di Formazione Professionale riconosciuto come ente morale del presidente Repubblica nel 1969. Il centro, sotto la guida del nuovo cappellano, andò acquisendo sempre nuove qualifiche: meccanici generici, tornitori meccanici, elettricisti, falegnami, uscirono sempre ben preparati e subito ricercati dalle aziende del territorio. Più tardi, sotto la spinta delle innovazioni in campo industriale, furono avviati corsi di servizi di segreteria per le ragazze ed elettronica industriale e informatica.
Ma se i successi non mancheranno in seguito, i primi anni, dal 1956 al 1960, sono molto duri in quanto  mancano del tutto le attrezzature e le macchine; queste arrivano in donazione in seguito alle pressanti “elemosine” chieste da don Alfonso alle grandi ditte di Torino (Fiat e Lancia) e di Milano (Grundig, Philips), in occasione del rinnovo del macchinario da parte di queste.