E' TEMPO DI GIOIA! PDF Stampa E-mail
VITA PARROCCHIALE - catechesi

(riflessione spirituale per le domeniche di Avvento –
a cura di don Gianluca Padovan della Unità pastorale San Clemente-San Gaetano)


Oggi inizia il breve cammino dell’Avvento. Le vetrine dei negozi ci hanno preceduto, cominciando già a mostrare i segni delle feste natalizie, ed ora anche noi esponiamo le insegne di questo tempo di preparazione all’incontro con Gesù a Betlemme: il colore viola, che indica l’attesa, la corona d’Avvento con le sue candele, che accenderemo ogni domenica, le parole che ci accompagneranno a riscoprire alcuni aspetti della missione di Gesù in mezzo a noi.

Tutto questo deve servire a scuoterci, a farci battere una mano sulla fronte per dire: “Ecco, il Signore sta arrivando, devo prepararmi!”. Dio non vuole coglierci alla sprovvista, non vuole essere un ospite inatteso che diventa persino fastidioso, visto che crea confusione nei nostri programmi.
I contemporanei di Noè, in fondo, non facevano nulla di male: mangiare, bere, fare famiglia sono le cose quotidiane e  necessarie per vivere. Dio non li punisce per questo. Se quegli uomini e quelle donne avessero trovato il tempo per alzare gli occhi dai loro pressanti impegni, avrebbero visto nel cielo i segni che Noè aveva notato, e avrebbero costruito anche loro delle arche, e allora il diluvio sarebbe stato una salvezza per tutti!
Accogliamo l’invito del Signore ad alzare lo sguardo, a non perderci nella solita noiosa e ripetitiva routine quotidiana, a non lasciarci catturare dei nostri progetti per essere disponibili ad ascoltare i suoi.

Isaia ci invita, dicendoci: “Venite, andiamo incontro al Signore!”, ma cosa accadrebbe se non rispondessimo, se dicessimo che siamo già occupati e non abbiamo tempo, o peggio ancora fossimo addormentati e non lo sentissimo? Gerusalemme resterebbe vuota. Bellissima, preparata con cura da Dio per noi, ma inutilmente deserta. Per questo dobbiamo vegliare: non per paura della punizione, se Dio dovesse sorprenderci addormentati, ma per amore! Per amore verso quel Padre che tanto si è impegnato a prepararci qualcosa di bello, e che sarebbe un peccato – questo sì – se andasse sprecato.

Vegliamo perché è ora di farlo, perché non siamo al tramonto ma all’alba. E se pensiamo che questi nostri tempi siano immersi nelle tenebre, che tutto vada di male in peggio, ci sbagliamo di grosso! Non stiamo precipitando verso la fine, stiamo salendo verso la meta! Gesù è più vicino e presente oggi di cinquant’anni fa, anche se le chiese sono più vuote, anche se le persone sono meno credenti, anche se la vita si allontana dal Vangelo. Non importa, Gesù si è avvicinato lo stesso! E per noi che crediamo questa è una gioia e una consolazione, ma più ancora una provocazione a fare del nostro meglio per essere pronti ad accoglierlo.

Non sappiamo quando, non sappiamo come, ma di una cosa siamo certi: il Signore viene, sta arrivando, sicuramente lo incontreremo! E sapere che accadrà non ci deve spaventare, non preoccupiamoci di cosa dovremo lasciare in questo mondo, ma come Noè con entusiasmo costruiamo la nostra arca tutti insieme, con opere buone e generose, con la pazienza e l’umiltà, con il perdono chiesto e donato, e quando verrà il diluvio che ci porterà via da questa vita, non affonderemo aggrappati alle cose, ma verremo innalzati per veder meglio sorgere il nostro sole, che si chiama Gesù  Cristo.