GLI ALPINI DELLA VALLE DELL'AGNO IN PELLEGRINAGGIO SUI LUOGHI DELLA RITIRATA DEL 1943 Stampa
ASSOCIAZIONI - Ass. Culturali

  Una significativa iniziativa dell'Associazione Nazionale Alpini della Valle dell’Agno, in occasione dell'ottantesimo anniversario della sua fondazione, è stato il viaggio pellegrinaggio in Russia, del 7 al 14 agosto 2009, sui luoghi che hanno visto la tragica ritirata nell'inverno italiana del gennaio 1943 con il non ritorno di migliaia di alpini, molti anche della nostra vallata. Dal notiziario-periodico della sezione di Valdagno (settembre 2009) riportiamo una riflessione di due partecipanti a questo viaggio:


  “Siamo due dei 33 partecipanti al pellegrinaggio nei luoghi della ritirata degli Alpini dal fiume Don nell’inverno del 1943 e sentiamo il desiderio di descrivere a parole, per quanto possibile, ciò che i nostri cuori hanno visto, ma soprattutto ciò che nostro cuore ha sentito durante questi tre giorni. Sfogliando l'album delle foto dei luoghi che hanno visto le sofferenze, gli stenti, la fame, il freddo e la morte di tanti nostri Alpini, tornano alle mente le parole di Mario Rigoni Stern ne: "Il sergente nella neve": "…Sergentmagiù ghe rivarem a baita?”
  Immensi prati, colline di gesso bianco che contrastano con l'erba alta e secca, contornata da piccoli fiori, l'Ansa delle placide acque del Don; qua e là gruppi di alberi e poveri villaggi fatti da piccole isbe con il tetto non più di paglia di eternit, fanno da cornice ai sentimenti che abbiamo provato nel ricordo degli alpini che nel 43 hanno dato la vita e la giovinezza della nostra Patria e il Tricolore.
  L'emozione provata in questi luoghi storici non ha voce... così come recita una famosa canzone..., ma possiamo raccontare due episodi avvenuti durante questi tre giorni.
  Il  primo si ambienta sull'altura chiamata “Quota Pisello”; Dimitry l'interprete che ci accompagnava, ci racconta che esattamente in quel luogo sul quale ci trovavamo in quel momento per ammirare il paesaggio circostante, un veterano italiano che aveva accompagnato qualche anno fa gli aveva raccontato un fatto che non aveva più potuto dimenticare. Gli  Alpini avevano conquistato la “Quota Pisello”, il sergente del suo battaglione ordina a lui e agli altri suoi compagni di mantenere la posizione a tutti i costi. Affida a lui la mitragliatrice, i suoi compagni si posizionano attorno armati di fucile. Infuria la battaglia. I suoi compagni cadono ad uno ad uno come l'erba attraversata dalla falce; solo lui si salva! Chiediamo a Dimitriy “quale era l'espressione del suo volto mentre raccontava queste cose?" La sua risposta è stata: "arriva gli occhi pieni di lacrime".
  Il secondo ricordo si riferisce a Nikolajewka: a fianco di un bellissimo campo di girasoli, fra l'erba alta e piccoli fiori si trova una lapide intitolata "Ai caduti italiani in terra di Russia". Sotto questo cippo, riposano 5000 alpini. La cerimonia che si svolge è semplice ma emozionante e si conclude con il canto "Signore delle cime". Quei piccoli fiori sembrano animarsi: sono gli Alpini, piccoli fiori per un così grande sacrificio!
  Molte sono le riflessioni, le considerazioni che potremmo fare di un'esperienza unica emozionante come questa, ma vogliamo solamente dare un messaggio ai giovani: l'amore della propria nazione e per la propria bandiera nasce dallo studio della storia e, per quanto possibile, dalla visita a questi luoghi storici che hanno visto il sacrificio di così tante giovani vite... proprio per non dimenticare! (Renzo e Loretta)