Progetto per la Terra Santa della casa famiglia “Perfetta Letizia” Stampa
ASSOCIAZIONI - Ass. Volontariato
Grideranno solo le pietre?
    "Ma egli rispose: vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre". (Luca 19,40)
  Girando per le strade di Palestina e di Israele spesso può venire in mente questo passo del Vangelo. Ci sono molti luoghi che richiamano storicamente la presenza di Gesù e la storia dei primi cristiani. Chiese, basiliche, luoghi più o meno identificati. Purtroppo però i cristiani rimasti sono davvero molto pochi rispetto ad anni fa ed in continua diminuzione. Vanno all'estero sperando in un futuro migliore per loro e per i loro figli. Come dar loro torto conoscendo la situazione socio politica di quella terra?
  Ma la costante e continua immigrazione ha fatto sì che molte parrocchie si vuotassero perdendo la vita spirituale che la caratterizzava diventando solamente chiese nette di pellegrinaggi. Pietre che testimoniano una cristianità in diminuzione. Ecco allora che salta alla mente il Vangelo di Luca e ci si chiede se resteranno solo le pietre raccontare la terra di Gesù...
  Quello  che ha colpito noi sono in particolare: Da una parte la poca informazione che c'è in Italia sullo stato di vita dei cristiani in quella terra in cui tutto è cominciato; in secondo luogo abbiamo conosciuto diversi canali che aiutano anche economicamente la Chiesa locale, ma nessuno che non sia religioso che decida di andare a vivere con loro.
  Noi dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII abbiamo come specifico vocazionale la condivisione, scegliere la croce del povero che non l'ha scelta, ma se l'è trovato addosso. Nel tempo è cresciuta la chiamata della comunità e in particolare della nostra famiglia, di andare a vivere e condividere la sorte di quei cristiani e con loro portare avanti il messaggio di Gesù nella quotidianità, andando oltre all'appartenenza religiosa.
  Il progetto prevede il trasferimento della nostra famiglia in Terrasanta l'estate del 2010 e una permanenza che ci metta di accogliere la cultura, le problematiche e le difficoltà che si vivono. In un primo tempo, acquisite le basi linguistiche culturali, iniziare un progetto di accoglienza sullo stile delle nostre case-famiglie e portare questo modo di vivere come unitariamente.
  Molti si chiedono quali sono le motivazioni che ci sostengono in questo progetto. La risposta sta forse nella luce degli occhi che abbiamo incrociato durante i nostri viaggi. Gli occhi dei bambini che giocano e ridono proprio come tutti gli altri bambini, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa. Gli occhi di molte persone che, sia da una parte e dall'altra, hanno ancora speranza che un futuro diverso sia possibile. Infine gli occhi spenti di chi ha visto troppo e male e che non crede nel domani. Questi ultimi, soprattutto se bambini, non devono essere lasciati soli.
 
  Cosa vi chiediamo: aiuto. Vi chiediamo di appoggiare questo progetto economicamente, di aiutarci ad andare a condividere la sorte dei nostri fratelli cristiani e non, di adottare la nostra famiglia che, senza niente, ha deciso di mettersi in cammino a fianco di queste persone. Le spese sono tante, nonostante la nostra disponibilità ad adattarsi.
  Primariamente c'è il viaggio della durata di un mese che faremo da circa metà ottobre 2009 per prendere contatti con le varie realtà e parrocchie cristiane che sono ancora attive. Questo su richiesta della Chiesa locale che ci segue e che vuole che ci facciamo un'idea delle varie realtà. Il viaggio più la permanenza, contando i conti spostamenti anche con i bambini (andremo giù in 4) richiederanno una cifra che, secondo un calcolo approssimativo, dovrebbe aggirarsi sui 10.000 euro (cifra che potrebbe scendere se troviamo appoggi logistici locali). Poi c'è da pensare al trasferimento vero e proprio che dovrebbe avvenire l'estate prossima. Non abbiamo ancora cifre certe anche perché stiamo valutando varie opzioni abitative che chiariremo nel viaggio di ottobre a seconda delle esigenze della Chiesa locale. Gli  affitti non sono come qua in Italia, soprattutto se si vive nei villaggi, ma per partire ci vuole comunque la spesa.
  Poi, se tutto va bene, ci sarebbe il mantenimento. Al momento non abbiamo ancora chiaro come faremo a vivere durante la prima fase di "ambientamento" e studio della cultura. Si stanno valutando varie ipotesi dell'andare a lavorare al frequentare corsi di studio che ci permetterebbero di essere poi operativi a livello sociale sul territorio...
  Nelle  prossime settimane si aprirà un conto corrente postale per questo progetto. Usando il bollettino che faremo circolare l'offerta potrà essere detratta dalla dichiarazione dei redditi.
  Alla comunità che accoglieranno questo progetto diamo fin d'ora la nostra disponibilità a venire a parlare di persona. Inoltre ci impegniamo fin d'ora a rendere partecipi tutti i sostenitori informandoli attraverso lettere o Internet dell'andamento del progetto, di quello che viviamo di quello che si vive. Grazie del tempo dedicatoci
  Marco e Sabrina
  per contattarci direttamente: marco. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. telefono 3392892854