NARRATIVA: OSCAR E LINDA Stampa
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di LIBERO RICEPUTI

 Quel paesino di mare, nel quale Oscar trascorreva qualche giorno di vacanza, sembrava un acquerello: un pugno di case, una chiesetta, un bar, tre capanni da pesca.  La campagna, piatta e assolata, era "punta"soltanto dallo stridore delle cicale. Le due strade a T offrivano - mattina, mezzogiorno e sera - il passaggio in bicicletta di qualche contadina rubizza con un vistoso cappellone. 

Una sera, dopo cena, Oscar si recò al bar per prendere un caffè. Non era ancora entrato e già i suoi occhi scherzavano con quelli dí Linda. La graziosa biondina, seduta ad un tavolo con una paglietta multicolore in testa, stava sorbendo una coca-cola con la cannuccia. I due non si erano mai visti e i loro occhi si davano del tu. La fantasia di Oscar galoppava...

Le si avvicinò e si sedette. Conversando come se si conoscessero da sempre. Oscar, che era timido, disse più parole a Linda di quante non ne avesse dette a tutte le ragazze conosciute in precedenza. Linda, che non era timida, quella sera fu loquace ma accorta: aveva l'impressione che ogni sua parola avesse un peso ed un'importanza nell'animo del ragazzo. Uscirono dal bar. Quasi senza avvedersene si ritrovarono, la mano nella mano, ad ascoltare il rumore delle onde leggere sotto la luna...

Oscar, in cravatta e con un mazzo di fiori, aspettò la sua bella sul sagrato di una chiesa di campagna. Quella chiesa aveva linee architettoniche semplici e di rara bellezza. All'interno era adornata con fiori di campo e con spighe di grano, simboli della bellezza e della fecondità. La cerimonia fu sobria e sentita.
La prima notte di nozze, nella casa vicino al fiume, fu "allietata" da tuoni e da lampi e da scrosci perentori di pioggia: quando la pioggia rallentava il suo ritmo, il sibilo del vento aggiungeva una nota suggestiva a quel singolare concerto.

La guerra sconfisse l'amore e Oscar dovette partire: si fece violenza per non commuoversi di fronte ai lacrimoni di Linda.
Mentre lei aspettava le lettere circondando la casa di fiori, Oscar il mite, con l'amor nel cuore, era costretto a sparare col cannone.
Che brutta vita, Signore Iddio, dover uccidere per costrizione i fratelli! Che brutta vita traboccare d'amore e non sentir più cantare un fringuello!

Una mattina dissero ad Oscar che tutto era finito e si tornava a casa: trascorse giorni su giorni per mare e per terra, con la felicità nel cuore e un regalo nello zaino. E quando finalmente si avviò lungo il fiume e vide in lontananza il comignolo amato, quasi a ricordargli la prima notte di nozze il cielo si oscurò e gli regalò la pioggia, i tuoni, i lampi e i sibili del vento.

In quel momento Linda ebbe un tuffo al cuore e mise la legna sopra gli alari. Appiccò il fuoco, aprì la porta e si tuffò come una pazza nella bufera. Oscar la scorse, i capelli tipi vento. Si tuffò nella bufera anche lui. La pioggia irrorò il loro abbraccio e la loro felicità.
 Oscar e Linda oggi han sessant'anni. I loro figli han trovato fortuna lontano. Il fiume, che conosce tutte le storie degli innamorati, scorre tranquillamente. Oscar prepara la legna per l'inverno e Linda lo osserva scostando la tendina della finestra.
(Fonte: Appunti - Vita della Valle dell'Agno - 6-1988)