RIFUGIO NEL GENERE FANTASY? PROVIAMOCI: LETTERA DI UNA PROFESSORESSA Stampa
Scritto da Redazione   
Lunedì 15 Marzo 2010 14:53

Dove ci sta portando l’epoca presente? Echi lo sa? Proviamo a fuggire nel “Fantasy”, produzione letteraria che va ora di moda e pubblichiamo un intervento in tal stile, che ci è giunto rigorosamente  anonimo da un collaboratore come volonteroso contributo a sostegno del nostro sito.

Riportiamo dalla cronaca locale del quotidiano LOCALE “IL GIORNALE DI VALSCHIO” questo interessante servizio del nostro corrispondente Anonymus Valdanensis.

 Corre oggi l'anno di grazia 155 A.T.C. (a televisione condita), che corrisponde all'anno 2110 del calendario gregoriano,che oggi appare del tutto superato, e diamo notizia che, durante gli scavi sulla riva sinistra del torrente Agno, per la strada di collegamento del quarto traforo Valdagno-Schio (è certamente per questo motivo che il monte Mucchione è oggi conosciuto come "Gruviera dell'Alto vicentino!"), in un sito che alcuni nostri arco-geologi  sostengono essere stato utilizzato come  archivio per scatoloni ad uso scolastico, sono stati ritrovati alcuni codici che i nostri esperti datano, con buona sicurezza, della primavera dei 2010.

Di questi, particolare importanza si ritiene abbia un manoscritto, probabilmente una lettera, dedicato a tali sconosciuti Gianni e Pierino. In calce al manoscritto, appartenente riteniamo dal contesto al genere letterario delle "epistulae", sono riportati due strani sintagmi dal significato incerto: vostra prof.

Dalla dotta analisi storico-linguistico letteraria condotta sul documento dal nostro illustre cittadino *** corrispondente emerito di molto merito de "Il giornale del Contado" nel supplemento settimanale letterario, riportiamo la seguente citazione: «Di genere femminile (“vostra prof.”) il termine è piuttosto incerto nel significato: non si tratta certamente di un nome proprio (la lettera "p" Infatti non è maiuscola), e non è neppure un termine di cortesia quale suole porsi alla conclusione delle missive (del tipo "vostro cordiale, vostro devoto...").

Il noto esperto di storia e diplomatica locale, Dott. Gianni Mario Portoghese, avanza una ipotesi su cui noi, pur con qualche limitata riserva, concordiamo. Il termine "prof”, a detta del detto saggio, sarebbe un abbreviativo confidenziale per indicare il termine "professore", appellativo assai in uso circa un secolo fa e su cui vai la pena di dare qualche rapida notizia.

Si tratta, per chi non ha profonde conoscenze di storia, di una categoria professionale da tempo estinta, sembra improvvisamente, secondo modalità che ricordano da vicino la più celebre scomparsa dei dinosauri, ma senza il contributo, stavolta, di qualche meteorite o del ricorrente Tsunami (altrimenti non si capirebbe perché avesse colpito proprio solo questa). Tale genere ebbe infatti una esponenziale espansione, accompagnata da trasmigrazioni di innumerevoli greggi in particolare dalle zone australi verso le boreali: la crescita smisurata del loro numero portò allo sconvolgimento eco-sociologico preesistente. Furono così organizzate, a cura di idraulici, metalmeccanici, ferrotramvieri, medici e paramedici, preoccupati del calante livello dei foraggi, pascoli e messi che il Paese, per il clima piuttosto impervio, poteva produrre, delle battute di caccia, che portarono alla scomparsa di questo fenotipo conosciuto a quel tempo anche come "genus professorum". Certamente, è da dire che i nostri prof. non furono facilitati nella fuga dalla provinciale 246, sempre alquanto ingorgata!

La scomparsa non fu tuttavia rapida o immeditamente totale, come molti erroneamente sostengono. Si ebbe infatti una fase intermedia nella quale il "genus professorum" si trasmutò in una sottospecie denominata "genus vigilantium puellorum", che, per un irrefrenabile istinto ad ogni primavera per diversi anni, scorrazzò sull'intero territorio nazionale con un seguito vociante di "pueri, puellae et infantes", devastando giardini, parchi, palazzi e musei, arrecando conseguentemente qua e là qualche danno all’economia del paese.

Si tentò con questa specie un esperimento interessante di controllo dello sviluppo tramite progressiva riduzione del foraggio, con scarsi risultati tuttavia, poiché la loro tendenza allo sposalizio portò ad un indebolimento della specie dovuta al fatto che, se un "single prof", poteva trovare cibo sufficiente per se stesso, problematica diventava la situazione alla necessità di trovare pascolo per il coniuge e (soprattutto) prole, quindi, tale accorgimento si rivelò alquanto controproducente. Anche il tentativo di conservazione forzata della specie in alcune riserve, particolarmente attrezzate denominate "Hiscolae Privatae", non ebbe grandi risultati.

Sappiamo che nel 2010 il governo del tempo, nei disperato tentativo di reperire nuovi fondi alla dissestata cassa del tesoro statale, accanto alla tassa sul sale, sul macinato, ebbe l'idea di mettere la tassa sui prof. Sui modello 740 accanto al cavalli fiscali dell'auto e al numero dì ville e motoscafi posseduti ci fu obbligo anche di denunciare il numero dei professori in proprio possesso, come nel caso tipico “a servizio a domicilio in lectiiones privatae”. Ciò portò a un deprezzamento dei professore come mezzo di investimento.

Si cercò di vendere ad ogni prezzo, ma non si trovarono compratori.I professori si aggirarono pertanto per qualche mese sempre più inutili e affamati. Alcuni, ma furono una minoranza, vennero riconvertiti come biglietterie per musei e scaffali nelle biblioteche. In qualche caso, assai raro per la verità, anche come "opere d'arte" da esporre. I più, invece, vennero utilizzati in esperimenti di sopravvivenza tramite congelamento.

Dicono, ma non ci sono elementi per poterlo provare, che uno divenne persino Sottosegretario di Stato. Figura reale o leggendaria? Della sua opera, ammessa anche l'esistenza di costui, tuttavia non si sono ritrovate tracce successive.

Il documento, che il nostro quotidiano spera un giorno di poter pubblicare integralmente in esclusiva, è pertanto una eccezionale testimonianza, sofferta ed umana, di quell'epoca crepuscolare che i nostri bisnonni hanno vissuto.

Vostro distinto ANONYMUS VALDANENSIS

Ultimo aggiornamento Lunedì 15 Marzo 2010 16:29