ELEZIONI COMUNALI A VALDAGNO, COME E' ANDATA Stampa
Venerdì 25 Settembre 2009 23:28

Mi presento, anche se credo di essere conosciuto, come un cittadino elettore senza aver attesa di dire cose originali, ma con il proposito di fare una sintesi di alcuni dati ed elementi di novità che le elezioni amministrative locali, specialmente in raffronto alle elezioni europee tenute nella stessa giornata, hanno messo in evidenza.


Premetto che nella campagna elettorale appena trascorsa sono stato semplice spettatore, non mi sono sentito coinvolto o partecipe di una competizione, un po’ come chi in tribuna assiste a un derby, osservando le squadre in campo, senza tifare per questa o quella, ma con una mia fondata opinione su chi sarebbe stato il vincitore. Oltretutto, avendo programmato le vacanze da tempo, non ho neppure partecipato al ballottaggio, facendo mancare il mio fondamentale voto!
Schematicamente alcune considerazioni e personali giudizi.

 

Una prima impressione generale: una campagna, quella delle amministrative 2009, giocata più sui candidati che di certo hanno messo un certo impegno finanziario (quanti gelati, feste e aperitivi offerti ai sostenitori!), che sui programmi.
I programmi? Qualcuno ha parlato di programmi fotocopiati fra le varie liste. Ora, senza dare giudizi su quale programma sia l'originale e quale la copia, confermo che anch'io ho questa impressione. Semmai, penso alla fotocopia di quei propositi di 30-40 anni fa, quando la DC, prima di ogni elezione, metteva nei suoi programmi di tutto e di più, come se, invece di amministrare un comune, si dovesse dare risposta ai problemi del Paese: scuole, giovani, anziani, futuro, sanità, occupazione, uscita dall'isolamento...
Quanto alle promesse: sono tante (troppe) e tutte belle. La domanda però è la seguente: anzitutto sono promesse realizzabili e, poi, quante sono espressione valutata di priorità, di urgenza e qualificanti?

* Da quali analisi economiche, sociali, culturali, o di altro genere sono precedute?
* Quale il coinvolgimento della popolazione o delle forze economiche? Sono realtà concrete e possibili o slogan? Cosa intendiamo esattamente quando parliamo di "cittadella degli studi"? Solo la nuova sede del Liceo? Cosa ci starebbe a fare l’Outlet della moda? Cosa vogliamo fare del Rivoli? Mah…!

Non voglio tuttavia, come si dice, “uscire dal tema” e vi ritorno subito.
Una prima deduzione: Neri, sindaco uscente, non ha vinto. E’ rimasto a fare il sindaco. In qualche modo, come sindaco che si presenta al giudizio degli elettori, giocava in casa, il che avviene quando non si sono fatti grandi errori o manovre avventurose. Si parte avvantaggiati, ma, soprattutto, Neri ha vinto senza veramente combattere (non c’è stato uno scontro tra candidati!) perché non aveva oppositori capaci di impensierirlo più di tanto, nonostante che il quotidiano locale, facendo ovviamente il suo mestiere, avesse creato una certa suspence, presentando una competizione dall’esito molto incerto.
Infatti:

* Neri ha avuto 5 anni per preparare il proprio "discorso elettorale", con alcune realizzazioni e con contatti con la gente, anche se concentrati nell’ultimo anno. Gli “avversari” si sono presentati all'ultimo momento ( per la Lega, ad esempio, proprio solo sulla soglia della scadenza della presentazione delle liste si è saputo il nome del suo candidato), senza aver mai tentato un dialogo con la popolazione.
* Per tutto il quinquenni non c’è stata alcuna opposizione: non sono apparsi gruppi organizzati di scontenti, movimenti attivi contro questa o quell’opera, il rapporto dell’Amministrazione con la popolazione è stato abbastanza tranquillo. Né i partiti né i gruppi di opposizione in Consiglio in questi cinque anni hanno mai organizzato campagne di proposta o di sostegno a un dissenso. Se qualcosa c’è stato, è avvenuto tutto all’interno del Consiglio (che, va detto per i nuovi consiglieri, ai quali magari non sembra vero aver conquistato la sedia, non conta nulla) e nessuno all’esterno se ne è accorto. Insomma, quella che solitamente dicesi opposizione, è stata totalmente e assolutamente assente.
* Siccome oggi il consiglio comunale, di fatto, è svuotato di ogni potere, certe opinioni contro o a sostegno andrebbero trasmesse alla popolazione, mobilitandola e coinvolgendola, cosa difficile per ogni città, figuriamoci a Valdagno! La prova, per chi legge il quotidiano locale , la si trova nei pochissimi interventi riportati di cronaca politica. Disattenzione del cronista locale o mancanza di informazioni?
* È, soprattutto, l’inconsistenza delle liste avversarie che hanno permesso a Neri di avviarsi al secondo mandato con una certa tranquillità. Certo, mai come in questa competizione ci sono state liste (14!) candidati alla carica di Sindaco (4) e qualche centinaio di concorrenti ai 20 posti disponibili. Ma se i candidati personalmente si sono mossi, solo le liste di Neri sono state attive, delle altre si sono letti nomi (in molti casi assolutamente sconosciuti e residenti chi sa dove ?) e nulla più.

Si dirà: ma Neri non ha vinto al primo colpo, è andato al ballottaggio. Per forza, con quattro candidati era assolutamente scontato, ma guardate ai risultati delle tre candidature alternative: Bosetti (4 liste): 25,02%, Corà (4 liste): 20,95%, Lega (2 liste) 16,76 %. Le liste di Neri hanno raccolto il 38,27%.
Si pensava: ma se due o magari tre liste si apparentano, cioè mettono insieme i loro voti, si concentrano i voti dell’opposizione e ciò mette in serio pericolo il vincitore del primo turno. Non c’era nulla che potesse suffragare questa ipotesi (si dice che, in ogni caso, Bosetti avrebbe rifiutato ogni apparentamento) e, infatti, l’alleanza (non apparentamento) tra Bosetti e Corà non ha dato il risultato sperato. Perché chi ha votato il “giovane” e politicamente “collocato” Corà, avrebbe poi dovuto votare il “vecchio” e “indipendente” candidato Bosetti?
Espongo ora quello che, a mio modesto giudizio, sono stati gli specifici (oltre a quelli generali) elementi di debolezza e perdenti delle tre liste alternative.

Bosetti: molti si sono chiesti perché Lorenzo Bosetti si sia ripresentato dopo due mandati all'età di 70 anni (per la vita politica italiana è però una età quasi giovanile). Io non faccio il processo alle intenzioni. Rilevo che il Bosetti ha parlato, ma in modo generico, di una sua risposta a una "chiamata dei Valdagnesi". Perché questi “vocatori” non si sono fatti sentire durante la campagna elettorale, magari per accrescere le adesioni e per sostenere il candidato?
Io, aggiungo, vedo la sua debolezza intrinseca nei seguenti elementi:
* Dopo l'uscita dalla Giunta Neri, in cui inizialmente ha lavorato come assessore “forte”, Bosetti è scomparso dalla vita pubblica, riapparendo soltanto negli ultimi mesi.
* Lo schieramento che lo aveva supportato come candidato sindaco nel ‘95, nel ‘99 e come ispiratore della candidatura Neri nel 2004 nella quasi totalità (a parte Zordan) è rimasto tutto con il sindaco in carica. Bosetti di fatto (mi si perdoni la brutalità) è stato scaricato dalla quasi totalità del Gruppo dirigente che a metà degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000 ne aveva determinato il successo.
* Debolezza dei suoi slogan “forti”: sindaco indipendente, con un sindaco indipendente si arriva prima! Tutto da dimostrare e poi indipendente da chi?
* Un carisma amministrativo appannato. Per uno storico locale, sarebbe interessante vedere come si è creata nel 1995 la candidatura di Bosetti, da quali forze economiche è stata sostenuta e perché (allora si diceva: basta chiacchiere, vogliamo fatti! E c’era il mito del manager marzottiano). Quello era il momento del rifiuto dei partiti, solo liste civiche!). Il contesto oggi non è lo stesso di 14 anni fa. Anche se non determinante, anche a Valdagno è ritornata la presenza dei partiti con un loro peso almeno dal punto di vista quantitativo (sotto l’aspetto della qualità è tutto un altro discorso).
* Parecchi mesi prima della campagna elettorale è stato fatto un sondaggio sul gradimento dei vari candidati coinvolgendo gran parte della popolazione. I risultati non si sono mai saputi, ma, se questo è stata la molla che ha spinto alla competizione, dubito che essa sia stata di grande utilità (si sa che i sondaggi da qualche tempo non godono di grande considerazione). O forse indicazioni genericamente incoraggianti non hanno coinciso con la valutazione della scelta.

UDC: un discorso a parte va fatto per l’UDC per quell’8,17 % attenuto alle europee (il migliore risultato per questo partito tra i grandi comuni del Veneto) e uno sconfortante risultato (3,73%) ottenuto nelle amministrative. L’UDC era già stato presente nel 2004 con un candidato sindaco nella persona di Stefano Dall’Ara con un risultato di tutto rispetto (attorno all’11%). Perché questo crollo?
* Un ex candidato sindaco che si limita a presentarsi come “candidato consigliere”, dopo il successo ottenuto con la vittoria per la conquista di un seggio in Consiglio Provinciale, esprime sicuramente un grande senso di insicurezza, che gli elettori hanno senza dubbio avvertito. La distribuzione delle preferenze all’interno della lista dimostra che, se il riconoscimento e la stima per la persona rimangono, nessuna appetibilità ha manifestato la lista stessa. Insomma quel 3,73 % di voti della lista UDC li possiamo considerare voti personali del capolista, non del partito.
* Gli elettori dell’UDC probabilmente non hanno compreso il significato dell’alleanza con Bosetti (anche perché il manifesto con cui la si annunciava era quanto mai irrilevante e oscuro) o forse non l’hanno approvata.
Ora la rappresentanza dell’UDC in Consiglio comunale, che prima contava su due Consiglieri, è scomparsa. Ci sarà ancora l’UDC a Valdagno? Dipende dalle scelte future di Dall’Ara. Si tratta di vedere, cioè, se Dall’Ara intende continuare a impegnarsi a livello locale, fondando un partito (non ri-fondandolo perché l’UDC a Valdagno non esiste), puntando alla sensibilizzazione e partecipazione alla vita politica dei moderati che, alle europee, hanno dato segno di esistere come presenza significativa. Una bella sfida, non c’è che dire, ma che potrebbe riservare qualche buona sorpresa. Bisogna trovare persone nuove, accostarle alla politica locale fin da subito, per non finire alla ricerca disperata di candidati nell’ultimo mese che precede le prossime elezioni.
Corà. Che si deve dire del candidato Corà?
* Doveva essere l’outsider, la new entry del PdL . Si è presentato come “nuovo”, “giovane” (per dare forza a ciò ha presentato a testimonianza una lista di soli giovani), e “imprenditore”, termine quest’ultimo che esercita sempre un certo fascino qui da noi. Difficile, però, che anche i suoi elettori ricordino il suo programma (ma c’era un programma Corà?).
* Dicono che fosse convinto di essere eletto sindaco (ma questo lo dice anche il più spiantato dei candidati) e, comunque quel suo 20,95% è un dato apprezzabile, soprattutto se si paragona alla disfatta subita da Forza Italia nelle precedenti amministrative del 2004 e che, forse, ha spiazzato coloro che ritenevano che la battaglia sarebbe stata tutta Bosetti-Neri.
* Dopo il primo turno aveva 2 possibilità. Poteva rimanere neutrale rispetto ai 2 candidati ammessi al ballottaggio, considerato anche che entrambi provenivano da esperienze di centro sinistra o rappresentavano partiti e forze di centro sinistra, oppure poteva fare l’apparentamento previsto dalla legge elettorale, che gli avrebbe garantito, in caso di vittoria, di avere una rappresentanza determinante in Consiglio Comunale (5 consiglieri sui 12 di maggioranza). Non ha fatto né una scelta né l’altra. Ha fatto una alleanza con Bosetti che avrebbe garantito a Bosetti, in caso di vittoria, totale libertà d’azione, ma i propri consiglieri sarebbero divenuti irrilevanti (2 consiglieri che si sarebbero aggiunti ai 12 delle liste che al primo turno appoggiavano Bosetti). Magari avrebbe ottenuto un assessorato, ma con nessun peso politico contrattuale e il Sindaco lo avrebbe potuto scaricare alla prima occasione.
* Gli elettori che hanno votato per Corà al primo turno chiaramente non hanno capito e non hanno condiviso la scelta- non scelta fatta dal proprio candidato e si sono sentiti liberi dalle indicazioni di voto.
* Corà entra in Consiglio Comunale come consigliere di minoranza, ma ha già disperso parte consistente dei consensi ricevuti al primo turno e difficilmente potrà essere valido riferimento per l’elettorato di centro destra. Sarà forse un’altra fuggente meteora, che dal 1995 in poi il partito di Berlusconi ha proposto all’elettorato valdagnese, senza riuscire ad esprimere una credibile alternativa alle Giunte di centro sinistra.

Lega: prima partito, ma ultimo arrivato, è stato scritto. Pensare che il partito che alle europee, nella stessa giornata in cui si votava per il Sindaco, ha raccolto la maggioranza relativa dell’elettorato valdagnese, non solo non sia riuscito ad arrivato al ballottaggio, ma abbia visto il proprio candidato all’ultimo posto, la dice lunga sulla nostra Lega locale, che non ha trovato un candidato nostrano, magari anche di modesta levatura, e ha giocato con un esterno veronese (gli stranieri funzionano solo nel calcio!), che nulla conosceva della realtà locale, se si esclude qualche settoriale esperienza nell’ambito ospedaliero.
* Non so se Armellini sia stato scelto dal partito o “imposto” dall’esterno. Nel secondo caso sarebbe ancora peggio, perché direbbe quanto poco valga l’autonomia locale di un partito che si dice “radicato” sul territorio, ma le cui scelte sono in gran parte di stampo centralistico più che in qualsiasi altro partito.
* Si rende evidente, quindi, che la Lega non ha persone capaci di interpretare e sostenere la realtà locale, anche se è stato l’unica forza localmente ma saltuariamente presente con qualche raro manifesto, quasi sempre di temi generali- padani nel corso delle precedenti amministrazioni.
La città: il Consiglio comunale appare molto rinnovato: nella maggioranza 7 consiglieri su 12 sono alla prima esperienza. Nella minoranza 5 su 8. L’esecutivo conta 4 assessori nuovi e solo 3 riconfermati.

Di che colore è il governo cittadino dopo il 2009? Visto che ha contro Lega e il Centrodestra, si può dire che la giunta Neri sia una amministrazione di sinistra o di centro sinistra, anche se non si dichiara tale. In ogni caso PD e IdV la sostengono con una propria lista e con i propri consiglieri comunali, ma anche le altre tre liste che appoggiavano Neri avevano al proprio interno ed hanno visto elette in Consiglio persone impegnate o conosciute come di sinistra. Ha un peso ciò in una provincia e in una regione tutta spostata nel Centro Destra? Lo si vedrà.

Dal 1995 ad oggi (e sono 14 anni che, con le travolgenti trasformazioni in corso, politicamente rappresentano un'era), dopo il quarantennio democristiano, la città non ha saputo esprimersi in una realtà nuova. La figura del Bosetti protagonista e antagonista è stata sempre centrale, almeno nella testa dei cittadini (del resto, chi non ricorda il manifesto del 2004, nel quale Bosetti (grande) con sguardo affettuoso indica Neri - nella foto più piccolo - quasi esprimendo: "questo è il mio candidato prediletto! Votatelo".
Nel suo primo mandato direttamente o psicologicamente Neri ha dovuto fare i conti con la figura incombente e ultimamente minacciosa di Lorenzo Bosetti. Ora che il tempo di Bosetti è passato e fra cinque anni (Calderoli permettendo) Neri non potrà più ripresentarsi, tra i nuovi assessori c’è in pectore il possibile delfino? Io penso che ci sia, ma ripeto me ne guardo bene dal fare per ora nomi.
Valdagno comunque aspetta che nasca veramente una nuova generazione di amministratori e di politici locali capaci di rappresentare e far avanzare la città, che, anche se lo vogliamo nascondere, sul territorio è una città sempre più emarginata e perdente. Se Neri riuscirà a fare questo, la sua amministrazione avrà lasciato un segno importante, forse più di qualche opera esteriore. La presenza dei giovani è un segno positivo. Ora quale spazio troveranno e quale sostegno avranno per crescere?
Ma ci sono altre domande che non si sa quando potranno avere risposta.

L’elettorato di centro destra, che alle politiche, alle europee e alle regionali a Valdagno è maggioranza da molti anni riuscirà mai ad avere una credibile classe dirigente a livello locale per consentirgli di esprime una sana e salutare alternativa al centro sinistra, come è avvenuto a Montecchio Maggiore e ad Arzignano e come per un soffio non è accaduto a Schio?

La Lega riuscirà a superare la propria condizione di partito-setta e dialogare alla pari con gli altri partiti di centro destra per valutare insieme le strategia più utili per vincere e decidere insieme quali candidati hanno maggiori possibilità di successo e le capacità per governare la città?
Se questi nodi non verranno sciolti entro i prossimi 2 – 3 anni, Valdagno sarà una città che pur essendo orientata politicamente verso il centro destra, continuerà essere amministrata da forze orientate a sinistra e sarà quindi compito dei gruppi civici e politici che hanno ricevuto il mandato per governare nei prossimi 5 anni assicurare il rinnovamento e la qualità degli amministratori locali della città anche per il quinquennio successivo.
Valdagno 4 luglio 2009-07-04
Antonio Boscato Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Ultimo aggiornamento Martedì 06 Ottobre 2009 17:27