QUALE GIOIA? |
VITA PARROCCHIALE - catechesi |
Riflessione religiosa domenicale a cura di don Gianluca Padovan Siamo nel tempo di Pasqua, il tempo che durante l’anno liturgico è dedicato alla risurrezione e alla gioia, nell’attesa del dono dello Spirito a Pentecoste. Il Vangelo non garantisce a chi lo proclama il successo. Anche se diciamo le parole del Signore, anche se compiamo i suoi gesti, insomma, anche se siamo buoni cristiani, questo non significa che ci andrà tutto bene, e nemmeno che tutti saranno d’accordo con noi e ci elogeranno. Al contrario, essere fedeli a Dio significa andare incontro al rifiuto, all’incomprensione, alla persecuzione, che oggi assume volti diversi e non riguarda più il corpo ma gli affetti, la posizione sociale, i vantaggi economici… Sì, questo è il dono di Dio. Non risparmiare miracolosamente le sofferenze e le fatiche, ma assicurare che in ogni momento di oscurità il Padre accenderà una luce di gioia che ci indichi il cammino su cui proseguire. Cerchiamola, fratelli, cerchiamo la gioia che Dio ha seminato nel solco delle nostre difficoltà, ed aiutiamola a germogliare e portare frutto. Perché, lo sappiamo, il Padre non ci abbandona, come Gesù stesso assicura noi siamo nelle mani di Dio e nessuno potrà strapparci dalla sua tenera stretta. Siamo al sicuro, anche se afflitti da tante prove. Noi siamo nelle mani di un Dio che è nostro Padre, un Dio che ci garantisce la sua vicinanza, e anche attraverso i deserti quotidiani ci guida verso le fonti delle acque della vita. Crediamolo fermamente: c’è sempre una sorgente sotterranea che scorre anche nei tratti più duri e aridi del nostro cammino. Dobbiamo tendere gli orecchi per sentirla, e poi scavare con tenacia per lasciarla scaturire. Attenti però, questa gioia potrebbe non essere come quella che vogliamo. Paolo e Barnaba non avrebbero motivo di gioia, in questo caso, poiché loro non ricevono complimenti né segni di affetto, e se ne vanno senza aver governato alcuna comunità. Però si rallegrano perché Dio è stato riconosciuto attraverso il loro servizio, ed ora si lasciano dietro dei credenti che lodano il Signore. Allora veramente sapremo dove il nostro pastore ci vuole condurre, e insieme a lui attraverseremo anche le tribolazioni fino ad entrare nella tenda del Padre, dove tutte le nostre lacrime saranno asciugate per sempre. |