I PASSI DELL'AMORE |
VITA PARROCCHIALE - catechesi |
Riflessione religiosa settimanale a cura di don Gianluca Padovan Sono ormai passate quattro settimane dalla Pasqua, e forse il ricordo del racconto dell’Ultima Cena comincia a sbiadire. Così la liturgia della Chiesa ce ne ripropone un breve passaggio, nel quale Gesù condensa tutto il suo significato della sua vita in poche parole: come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri. Poche parole, in cui è racchiuso quel mistero che ha portato il Figlio di Dio ad accettare la Croce, pur di non opporsi alla violenza con altra violenza e restare vicino a noi anche nell’esperienza più dura, che è la morte. Amarsi gli uni gli altri, e non amarsi in modo generico, ma proprio come lui ha amato noi. Ed è così che Giovanni vede la nuova Gerusalemme, la città degli uomini salvati, preparata come una sposa. La sposa è innamorata del suo sposo, condivide il suo stesso amore. Così noi siamo chiamati a condividere lo stesso amore di Dio, lasciandoci rinnovare il cuore perché diventi come il cuore di Gesù. E in questa stagione in cui molti si sposano, e tanti ricordano il proprio anniversario, è bello ricordare cosa significhi condividere l’amore con qualcuno, e scoprire che questo è un indizio del rapporto che Dio vuole avere con noi. E un altro indizio ce lo offre la prima lettura, con Paolo e Barnaba che cercano di mettere in pratica questo comandamento dell’amore. Viaggiano a lungo per annunciare il Vangelo, e poi non rientrano per nave o a cavallo, ma ritornano sui propri passi per rivedere le persone incontrare, per confermare nella fede, per sostenere e consolare chi aveva paura e dubitava, per pregare insieme e digiunare, per affidare al Signore coloro che avevano davanti impegni difficili e fatiche. Paolo e Barnaba amano veramente di tutto cuore i loro fratelli e sorelle, tanto da sentire come una propria gioia il fatto che altri abbiano incontrato il Signore e si siano aperti alla fede. Dobbiamo invece essere noi i primi a metterci in cammino, ad andare in cerca di chi può aver bisogno. Colui che ama non è mai pigro, ma è sempre spinto dal desiderio di andare incontro all’amato, di andare a vederlo per scoprire se sta bene, o se ha bisogno di qualcosa. Se lasciamo soli gli altri, se ci appartiamo per seguire i nostri progetti, se mettiamo per primi i nostri obiettivi, non possiamo dire di amarli. Amiamo noi stessi, e per gli altri ci sono solo i resti del nostro cuore. esù non ha vissuto così. Gesù ha camminato senza sosta, si è consumato i piedi per le strade della Galilea, andando da una città all’altra in cerca di chi era perduto. Così dobbiamo fare anche noi. Sentiamo il bisogno di ritrovarci? Questo incontro, questa condivisione della vita è la Gerusalemme celeste, è lo stile degli apostoli, è la vita di Gesù, è l’amore di Dio a cui siamo chiamati, per essere riconosciuti come suoi discepoli. |