Riflessione religiosa settimanale - LA CROCE CHE SALVA GLI ALTRI |
VITA PARROCCHIALE - catechesi |
(A cura di don Gianluca Padovan) Cosa desideriamo dalla nostra vita? Ognuno di noi ha dei sogni, delle speranze. Per i più giovani sono mete da raggiungere, per gli adulti è già tempo di verifiche, per gli anziani di ricordare e qualche volta sospirare. Ognuno ha dei sogni unici, ma sono sempre sogni belli, sogni grandi, sogni speciali. Tutti vogliamo il massimo per noi stessi, la nostra vita ideale è senza preoccupazioni, piena di successi, di tranquillità e divertimento. Anche Gesù, uomo come noi, aveva sogni e desideri grandi, speranze di gioia che illuminavano la sua vita. Eppure si è dovuto confrontare con un progetto diverso, un progetto di fallimento, di rifiuto, di morte. Un futuro per nulla attraente, lontanissimo rispetto a quello che vorremmo per noi stessi. Un futuro che non lo avrebbe realizzato di certo. Questo non perché il Padre desiderasse la sconfitta e la morte tragica di suo figlio. Dio non è un sadico, e Gesù non aveva certo voglia di finire così. Sia il Padre che il Figlio si sono sottomessi ad un futuro che non volevano, e che speravano di evitare. Lo hanno accolto con umiltà e con coraggio, perché quel destino di sofferenza poteva essere evitato soltanto reagendo con la forza della violenza contro i loro nemici. Ma Dio ha scelto di non combattere per salvare se stesso. Dio non cede alla tentazione di fare del male agli altri per evitarlo a se stesso. Salvare la propria vita, infatti, è possibile, ma ciò significa farne pagare il prezzo a qualcun altro. E vale anche per noi. Quante volte potremmo ottenere quello che vogliamo, semplicemente prevalendo sugli altri, magari gridando più forte, e con un sotterfugio, o approfittando della nostra posizione e di qualche amicizia. E questa tentazione ci colpisce tanto nelle cose grandi, che nell’intimità della nostra casa. È decisamente più facile fare la voce grossa o ignorare i desideri del coniuge, dei figli, o dei fratelli e dei genitori, invece che tacere e lasciar parlare gli altri per primi. È più facile impuntarsi per avere ragione, piuttosto che scendere a compromessi o darla vinta. Ma in questo modo salviamo la nostra vita a spese degli altri. Se ci lasciamo battere, se ci lasciamo trafiggere dalle ragioni e dalle vittorie degli altri, e crocifiggere un poco, evitiamo di mettere in croce loro. Riformulando le parole di Gesù, potremmo dire che chi ama davvero preferisce subire, piuttosto che ferire. È meglio subire il male, piuttosto che compierlo. |