CORAGGIO, ALZATI! EGLI TI CHIAMA Stampa
VITA PARROCCHIALE - catechesi

A partire da questa, pubblicheremo ogni settimana il testo di commento al Vangelo della domenica, curato da don Gianluca Padovan, vicario collaboratore della Parrocchia di San Clemente di Valdagno. Domenica 25 ottobre è stato letto dal Vangelo di Marco (10,46-53) l'episodio della guarigione da parte di Gesù del cieco Bartimèo.

Trentesima Domenica del tempo Ordinario . B
25 Ottobre 2009

Capita, a volte, di assistere a qualche corteo per le strade, oppure in televisione. Cortei che manifestano gioia, oppure protestano, o diventano espressione di rabbia e di rivolta.


Ecco, oggi le Scritture ci presentano l’immagine del corteo di Dio.
Un corteo che non ha divise sgargianti, non è fatto di corazzieri alti e dal portamento fiero, né di giovani che corrono pieni di energia, e non è neppure una processione solenne come nelle cattedrali. È un corteo che avanza lento, prudente, al passo dello zoppo, del cieco, della donna incinta e vicina al parto. Un piede davanti all’altro, con attenzione, barcollando un poco e spesso appoggiandosi al vicino che ha lui pure bisogno di sostegno, così in due si riesce a non cadere.

Un corteo vulnerabile, che non mostra i segni della forza, come invece accade alle folle che si accalcano e che spaventano con le loro grida, simili ai cavalloni del mare in tempesta. No, il corteo di Dio è piuttosto simile ad un fiume largo e poco profondo, che scivola adagio tra basse sponde ed aggira gli ostacoli anziché travolgerli.

Lasciato a se stesso, questo corteo si disperderebbe subito, si arrenderebbe in fretta davanti alle difficoltà della strada, dove gli zoppi barcollano, i ciechi inciampano, le donne incinte sono costrette a sedersi all’ombra per riprendere fiato dopo ogni salita o discesa. Dio lo sa, conosce bene le debolezze di questi suoi figli che ha chiamato a seguirlo, sa provare giusta compassione per tutti, ed è per questo che si china dal suo cielo per tracciare una strada dritta e piana, sulla quale anche gli zoppi e i ciechi possono addirittura correre, pieni di gioia per questa ritrovata libertà di muoversi senza paura, senza l’ansia di poter cadere.

Ora, non siamo tutti un po’ zoppi, un po’ ciechi, un po’ carichi di pesi che ci rendono faticoso il cammino? Lo siamo soprattutto nel percorrere la via di Dio, ma per fortuna su quella via non ci sono penalità, nessuno è svantaggiato rispetto agli altri, e chi più fa fatica ad andare avanti maggiormente è aiutato e favorito.

È rincuorante l’esempio di Bartimeo, cieco, sperduto in mezzo alla folla, circondato da persone che lo sgridano e cercano di zittirlo. Chi non si è mai sentito così, sballottato qua e là, messo a tacere, in balìa degli eventi? Ma il Signore non è sordo alle grida di chi gli chiede aiuto.
Dio non si tira mai indietro, quando gli viene chiesto di diventare compagno di strada, anzi, il nostro Dio è il più disponibile, colui che subito si offre quasi con l’ansia di poter essere utile. D’altra parte, lo dice lui stesso: non sono venuto per essere servito, ma per servire.

Ed ecco il miracolo: il cieco balza in piedi, prima ancora di venire guarito, spinto dalla molla della gioia e dell’amore per quel Gesù che ha ascoltato le sue grida. E dopo, si mette prontamente a seguire il suo salvatore, a camminare dietro a lui lungo la strada che Gesù traccia. E Bartimeo cammina su quella stessa strada che fin dall’inizio dei tempi Dio traccia appositamente per chi più ne ha bisogno. L’autostrada di Dio, la corsia preferenziale per chi non ha la macchina grossa, il motore potente e magari truccato, l’ultimo modello di moto da corsa. Per noi, che andiamo in giro a piedi, c’è una strada sicura che porta a destinazione.

Per questo non possiamo disperare, mai, né dobbiamo sforzarci di sembrare forti quando non lo siamo, né inseguire a rotta di collo il successo, l’apparenza vincente, come se contasse qualcosa. Dio non chiama i vincenti, anche perché di solito preferiscono fare da soli; lui è dalla parte di chi fa fatica, di chi è debole e lo ammette, di chi ha bisogno di una mano per andare avanti.

Che la nostra comunità impari ad assomigliare sempre più a questo corteo di zoppi, ciechi e donne incinta, e cammini nel mondo con lentezza, prudenza, un po’ di timore, con apparenza dimessa, ma bellissima per la gioia che vive, perché sperimenta l’amore di Dio, perché sa di essere accompagnata passo dopo passo su una strada fatta apposta per lei; perché ha capito che il modo più bello di camminare in questo mondo, è mano nella mano con il nostro Dio.

(Don Gialuca Padovan)