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MASSIGNANI ALTI - Nell'arco di un secolo, il massimo sviluppo e poi lo spopolamento |
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Scritto da Redazione | ||||
Lunedì 18 Gennaio 2010 08:19 | ||||
Pagina 1 di 2 Il Novecento è stato per Massignani Alti un periodo di alterne vicende: dall'erezione a parrocchia e dall'istituzione di una scuola, all'abbandono per il richiamo della città Fin dal 1322 era stata concessa dal fattore di Cangrande della Scala ai boscaioli tedeschi lassù insediatesi, la possibilità di amministrarsi in modo autonomo, seppur vincolati con il vero proprietario, da un regolare contratto Questi dati sono presenti in un saggio scritto dallo storico mons. Giovanni Mantese. I coloni, dopo aver disboscato la zona, lavorarono con grande assiduità per costruire "masiere", cotè muretti di sostegno lungo le “rive”, ossia i declivi per ottenere così grandi terrazze da adibire a semine adatte al clima e alla posizione. Massignani Alti, fino ai primi anni del XX secolo non disponeva né di scuole né di chiesa. I residenti, per praticare la loro fede, raggiungevano la chiesa di Novale, che però era molto lontana e impiegavano due ore di cammino per arrivarci. Il grande disagio fece maturare nel tempo l'esigenza di disporre di una propria chiesa per le pratiche religiose. Così nel 1904, come si può apprendere dagli scritti del primo curato di Massignani Alti, ci fu un'assemblea di tutti i capi famiglia per raggiungere un accordo in cui. Massignanì Antonio avrebbe offerto gratuitamente un campo di nome "La Motta" e Menti Antonio la somma di lire 1.000 oltre a un altro campo. Ecco; quindi, prospettarsi la possibilità di erigere una chiesa sul campo "La Motta", luogo dalla veduta privilegiata da cui si domina la vallata. e lo sguardo viene attratto dalla visione della catena delle Piccole Dolomiti, sopra il paese di Recoaro Terme. Massignani Alti.fu solennemente posta sul luogo. dove attualmente ha sede. I lavori proseguirono a rilento per quasi vent'anni e con molte interruzioni fino al '1927. Fu in quell'anno che il vescovo Ferdinando Rodolfi emise il decreto della Curia vescovile di Vicenza per cui la chiesa ebbe il suo sacerdote fisso don Isidoro Zamperetti. Nel frattempo la popolazione era arrivata a 500 abitanti. La condizione economica rimaneva alquanto precaria con le sole risorse provenienti dalla coltivazione della terra, dalla coltura dei bachi da seta e da una modesta cava di marmo in località "Lora". Solo all'inizio degli anni Venti, fu costruita una sede scolastica, proprio di fianco alla chiesa; ciò mise fine al peregrinare in cerca di aule di fortuna, in sedi diverse. |
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Ultimo aggiornamento Lunedì 18 Gennaio 2010 08:26 |
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