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VITA PARROCCHIALE - catechesi
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Riflessione religiosa settimanale  a cura don Gianluca Padovan della parrocchia di San Clemente di Valdagno

Dio. Pur chiamandolo con nomi diversi, quasi tutti gli uomini credono che esista un Dio. Un Dio che ha creato il mondo, che ha dato inizio a tutte le cose, ci vuole. Altrimenti dovremmo pensare di essere solo il frutto di un caso, di una coincidenza.


Un Dio, poi, deve avere alcune caratteristiche. Deve essere grande, deve essere forte, anzi deve essere il più forte di tutti, l’onnipotente, capace di fare qualunque cosa senza bisogno di nessun aiuto. Perché deve essere proprio lui quello capace di aiutare tutti, altrimenti perché pregarlo?

Ma la parola che abbiamo ascoltato oggi ci svela un volto diverso di Dio, ci racconta di un Dio che sente il bisogno di cercare collaboratori. E di chi va in cerca? Forse dei grandi saggi, dei maestri e dottori, forse degli oratori e dei filosofi? Dio si prende forse come portavoce gli uomini più illustri e potenti? Sarebbe logico. Se i rappresentanti di Dio fossero tutti uomini e donne importanti e degni di ammirazione, quanta più bella figura farebbe il Signore, e quanto più facilmente la sua parola sarebbe ascoltata, se venisse annunciata con il massimo sfarzo!

Ecco allora il primo collaboratore di Dio, il profeta Isaia. Un uomo che non appena incontra il Signore cade nella disperazione, perché si conosce e sa di essere un peccatore, un uomo dalle labbra impure, incapace di dire parole buone e belle. Un uomo che probabilmente parlava per il proprio tornaconto, anziché per il bene del prossimo e per la gloria di Dio. E Dio sceglie lui, non chiama un santo ma un peccatore, un uomo che ha bisogno di essere purificato, perdonato, rimesso in piedi.