SE E' POSSIBILE (E FORSE COME) AMMINISTRARE VALDAGNO (2 parte) PDF Stampa E-mail
POLITICA - commenti
Indice
SE E' POSSIBILE (E FORSE COME) AMMINISTRARE VALDAGNO (2 parte)
Pagina 2
Pagina 3
Tutte le pagine

di Antonio Boscato

Sul problema se è possibile amministrare Valdagno, abbiamo avviato una riflessione su questo sito. Conduciamo ora un breve excursus di storia amministrativa degli ultimi 15 anni per comprendere perchè è così difficile "pensare Valdagno" in chiave di progetti e di realizzazioni.  
Faccio notare che qui mi limito ad accenni sulla vita amministrativa e tralascio aspetti altrettanto importanti delle trasformazioni recenti e in atto nella città e sul territorio, quali la scomparsa della Marzotto come ruolo trainante e i contraccolpi degli eventi nazionali ai quali Valdagno non è certamente estranea.


Gli anni di Bosetti

Dopo quarant'anni di amministrazione ininterrotta da parte della Democrazia Cristiana, il quadro amministrativo locale cambia nel 1995 con l'elezione a sindaco del dottor Lorenzo Bosetti a capo della lista civica "Scegli Valdagno".
Bosetti si è sempre dichiarato "politicamente ateo", perciò era del tutto irrilevante per un decisionista come lui il colore della lista che lo sosteneva, spostato a sinistra, tant'è vero che, successivamente, vi furono contatti tra il sindaco con esponenti di centro destra per valutare un successivo decollo politico in ambito regionale o nazionale in quell'area.
Inoltre, non si poteva dire che ci fosse tra i suoi sostenitori una visione o un programma "di sinistra". La sinistra appoggiò Bosetti anche perché, dopo tanto governo democristiano, si presentava per essa l'occasione di acquistare visibilità ed esprimere una direzione di governo. Tale proposito, se pure c'era, non ha dato tuttavia alcun frutto e la sinistra non ha portato a casa nulla da questa esperienza.

Chi  puntò su Bosetti e quali le motivazioni?

Attorno  alla metà degli anni 80 un'associazione di imprenditori locali, "Area", iniziò a svolgere una vivace attività politica. Pensare di avere un sindaco manager, proveniente dalla grande industria, quello che oggi, ieri, doveva essere l’uomo delle decisioni “del fare”, sembrava la risposta giusta a un governo democristiano, al quale l'opinione pubblica attribuiva tutte le colpe per quello che si avvertiva come una decadenza di un peso politico ed economico della città (“a Valdagno non si è fatto  nulla”).

Un piccolo imprenditore locale, appassionato sostenitore della nuova candidatura, mi dichiarava che: "il Dottore avrebbe rivoltato Valdagno come un calzino". C’era  l’attesa di una nuova palingenesi per la città? Probabilmente si.
Qui già si evidenza il tipico assunto ricorrente nella mentalità locale: una persona, quasi un demiurgo, arriva e dà una svolta, un impulso decisivo, nel nostro caso: smalto, la prosecuzione di un ruolo di nobiltà e di orgoglio che tante generazioni di valdagnesi avevano vissuto, all’ombra delle realizzazioni paternalistiche dell’industria locale.
Inoltre, che cosa si proponeva Area? Un sostegno alle attività economiche, probabilmente, ma questo non poteva dipendere assolutamente dall'amministrazione di un comune.

Bosetti, da buon amministratore, si mette al lavoro con impegno e decisionalità, porta all'inaugurazione due opere già avviate precedentemente (traforo e ospedale) che, a livello locale, tuttavia non danno frutti sperati, la prima per il costo elevato del pedaggio (ma è solo per questo?), la seconda per uno spostamento di gran parte dei servizi sanitari qualificanti verso Arzignano.

Risolve la questione dell'urbanizzazione della Favorita, permettendo la creazione degli svincoli del Traforo e la realizzazione della tangenziale est.