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LA MINERALIZZAZIONE DELLE ACQUE DI RECOARO |
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TERRITORIO - Comune Recoaro Terme |
di Antonio Bolcato (Pubblicato in "Realtà Vicentina", luglio 2010 pag. 18-19) La verde conca di smeraldo, nell'alta valle dell'Agno, ha un ricco bacino idrografico, in cui scaturiscono numerose sorgenti d'acqua minerale, nove delle quali attrezzate per l'uso dei curandi, e cioè le Fonti Lelia, Loigna, Amara e Nuova (alle Fonti Centrali, a 500 m. slm), Lora (a malga Fratta a quota 910 m. slm e convogliata alle Fonti Centrali), Giuliana (in valle dell'Orco a 567 m. slm), Capitello (a 533 m. slm, lungo la strada del passo Xon), Franco e Aureliana (a quota 491 m. slm, vicino a villa Lonigo). Altre fonti minerali, che hanno avuto nell'Ottocento e nel primo Novecento una certa rinomanza, oggi, abbandonate, giacciono in balìa degli eventi meteorici: sono le fonti Vittoria (agli Storti), Pace (alla contrada Pace), Abelina (ai Facchini), Catulliana-Civillina (sul monte Civillina) e Giausse (a metà della via che conduce alle Fonti Centrali).
Recoaro Terme è adagiata su un terreno in cui affiorano abbondanti le filladi quarzifere, normalmente ubicate alla profondità di migliaia di metri. Sono rocce scistose, di color grigio-piombo o grigio-verdastro, talora argenteo, a seconda dei minerali che vi prevalgono, conosciute localmente come "lardàro". Queste filladi quarzifere, scarsamente permeabili, sono in molti punti attraversate da filoni eruttivi basici, di colore verdastro o nerastro, ricchi di bisolfuro di ferro, dovuti ad iniezioni magmatiche. Fu con il sollevamento dell'elissoide di Recoaro durante l'orogenesi alpina che le filladi quarzifere vennero a giorno nell'area mediana della conca recoarese fino a quota 850 m slm, grazie anche alla profonda erosione esercitata nei millenni dai numerosi torrenti, che scendono dalla cerchia di monti che circondano Recoaro (Fabiani R. 1920, Cocco E 1966). Ed è proprio in corrispondenza delle filladi quarzifere a contatto con i filoni eruttivi basici, delle cui sostanze chimiche le acque si appropriano, che sgorgano le sorgenti minerali di Recoaro. Diversa è la situazione della sorgente Lora, che sgorga a malga Fratta, -come sostiene il Dal Piaz nella Relazione geoidrologica 9.6.1959, allegata alla pratica per l'Autorizzazione di quella Fonte, - alla base della catena montuosa di rocce dolomitiche, formate da cristalli di carbonato doppio di calcio e magnesio. La catena dei monti Falcone, Campo d'Avanti, Zevola e Obante, costituisce, infatti, "una specie di gigantesca spugna, nella quale l'acqua di precipitazione e di scioglimento delle nevi viene in buona parte assorbita e diffusa all’'interno della massa rocciosa per raccogliersi specialmente nelle parti inferiori del complesso dolomitico, [che poggia su un potente basamento di rocce eruttive di natura impermeabile] da dove, affiorando in superficie attraverso le fessurazioni dà alimento alle sorgenti di base. [...] Una di queste sorgenti, conosciuta già da tempo ed apprezzata dai pastori e dagli alpinisti specialmente per la sua freschezza e la cristallina limpidità affiorava, attraverso il detrito di falda di quota 910 m [. ..] e venne denominata Lora". E' dunque la situazione geo-idrologica di Recoaro Terme a determinare la mineralizzazione delle sorgenti della zona e la loro diversa mineralizzazione, cosicché accanto ad acque fortemente mineralizzate (Lelia, Lorgna, Amara e Nuova), troviamo acque a media mineralizzazione (Giuliana, Capitello, Franco e Aureliana) e un'acqua scarsamente mineralizzata (l'acqua oligominerale Lora). Tutte queste "acque minerali sono -come asseriva Mariano Messini (Ordinario di Terapia Medica Sistematica e Idrologia Medica dell'Università di Roma) - soluzioni naturali che, per le condizioni geologiche che danno luogo alla loro formazione, presentano alla sorgente un vero dinamismo fisico-chimico in evoluzione al quale è devoluta molta parte dell'azione terapeutica". |
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