GIUBILEO DELL’ACQUA LORA PDF Stampa E-mail
TERRITORIO - Comune Recoaro Terme


di Antonio Bolcato

(PUBBLICATO IN “Realtà Vicentina” dicembre 2010 pag 22-23)

Quest’anno l’acqua Loa, entrata in uso nel 1960 ha compito cinquant'anni (1960-2010). Ma a nessuno a Recoaro Terme ha pensato di celebrare questo giubileo: né il Comune, né le Terme, né lo Stabilimento d'imbottigliamento, né la Pro-Loco. Quanta ingratitudine! Eppure quest'acqua ha consentito l'incremento delle cure termali e il potenziamento dell'attività dello Stabilimento d'imbottigliamento, contribuendo a diffondere il nome di Recoaro in Italia e nel Mondo.

Il merito della scoperta dell'acqua LORA va al Comm. Emilio Rigamonti, illuminato imprenditore milanese, che nel 1931 aveva rilevato dalla fallita SERFoR (Società Esercente Regie Fonti Recoaro), di cui era stato azionista, la gestione delle Terme per la sua "Società Anonima Stabilimenti Demaniali di Recoaro" con una concessione trentennale (dal 1931 al 1961). Egli sviluppò il commercio dell'acqua e delle bibite "RECOARO" (aranciata, chinotto, gingerino, ecc.) nello Stabilimento situato all'inizio del paese (dove si trova attualmente), in cui la SERFoR nel 1928 aveva trasferito l'imbottigliamento dall'ex-Ospedale militare, andando incontro al fallimento.

L'acqua utilizzata allora era la Lizzarda, un'acqua mediominerale, leggermente frizzante, di gusto gradevolissimo, ottima da tavola, apprezzata specialmente dai salutisti (Bastai P. 1939). Dalla fonte, situata a m 650 slm lungo la strada per Staro, l'acqua veniva convogliata allo Stabilimento d'imbottigliamento mediante apposite tubature (Monti G. 1949). Essendo aumentata la richiesta dei prodotti "RECOARO", si rese necessario reperire nuove sorgenti.

A seguito di laboriose e fortunate ricerche fu trovata sul finire degli anni `50 a circa 60 metri da malga Fratta, a quota 910 metri, in una zona di suggestiva bellezza paesaggistica, dominata dalla catena delle Piccole Dolomiti, una sorgente, "conosciuta già da tempo ed apprezzata dai pastori e dagli alpinisti specialmente per la sua freschezza e la cristallina limpidità", che venne denominata LORA (Dal Piaz G. 1959). Da quota 910 m attraverso una galleria di oltre cento metri nel cuore della montagna si raggiunse la sorgente geologica sgorgante dalla viva roccia a m 880 slm, da dove l'acqua Lora venne convogliata alle Fonti Centrali e allo Stabilimento d'imbottigliamento mediante un grosso condotto d'acciaio. Data la sua considerevole portata (50.400 litri/ora) rispetto alla Lizzarda (2.840 litri/ora), essa consentì un notevole sviluppo, sia termale che industriale. I suoi caratteri idrochimici riflettono la composizione mineralogica e il grado di solubilità delle rocce dolomitiche attraversate (Dal Prà A. 1969). Infatti "sul lato Sud della regione di malga Fratta si eleva, a guisa di gigantesco semicerchio, l'aspra catena dei monti Falcone, Campo d'Avanti, Zevola ed Obante" .

La "massa rocciosa è spesso cariata e fessurata" , per cui "si comprende facilmente come [...] una simile particolarità strutturale [...] risponda ad una specie di gigantesca spugna, nella quale l'acqua di precipitazione e di scioglimento delle nevi viene in buona parte assorbita e diffusa all'interno della massa rocciosa per raccogliersi specialmente nelle parti inferiori del complesso dolomitico, da dove, affiorando in superficie attraverso le fessurazioni, dà alimento alle sorgenti di base." Questi affioramenti sono "notevolmente facilitati dalla circostanza che la ricordata catena dolomitica sovrastante poggia su un potente basamento di rocce eruttive di natura impermeabile" (Dal Piaz G. 1959).

Le prime analisi dell'acqua Lora, eseguite nel 1958 dal Prof. Bruno Visintin dell'Istituto Superiore di Sanità, rivelarono la presenza dei cationi calcio e magnesio, dell'anione idrocarbonico e di tracce di litio, con un residuo secco a 180°C di 0,1623 g/l. Si tratta quindi di un'acqua oligominerale (residuo secco a 180°C inf. a 0,2 g/1) bicarbonato-calcio-magnesiaca, ipotonica, diuretica e depurativa, indicata nella calcolosi renale, nelle infiammazioni delle vie urinarie, negli stati iperuricemici e nella gotta, come dichiarato dal Prof. G. Patrassi, Direttore dell'Istituto di Patologia Medica dell'Università Patavina e dal Prof. G. Ravasini, Primario Urologo dell'Ospedale Civile di Padova nelle Relazioni Sanitarie del 1959 per la Pratica Autorizzativa dell'acqua. Inoltre "l'acqua Lora nella sua confezionatura non gassata trova vantaggiosa indicazione nella prassi dell'allattamento artificiale, per diluire latte vaccino o latte in polvere del commercio, migliorandone la digeribilità, prevenendo o riducendo quei dannosi fenomeni della putrefazione intestinale, spesso in agguato nel lattante al poppatoio" (Bentivoglio G.C. 1959).

Nel 1962 le Terme di Recoaro passarono sotto l'egida dell'EAGAT (Ente Autonomo Gestione Aziende Termali), facente parte del Ministero delle Partecipazioni Statali. Questo Ente, avendo in gestione anche le Terme di Fiuggi, si trovò con due acque oligominerali, la Fiuggi e la Lora, entrambe antiuriche. Decise allora che la Fiuggi doveva continuare ad essere venduta nelle farmacie come antiurica, mentre la Lora avrebbe dovuto essere commercializzata solo come 'acqua da tavola', nonostante avesse proprietà medicinali pari, o addirittura superiori alla Fiuggi. Per questo 1'EAGAT inviò a Recoaro un Direttore, già dell'Ente Fiuggi, con lo scopo preciso di realizzare quel progetto, onde evitare nelle farmacie la concorrenza con la Fiuggi. E così avvenne.

'acqua Lora ufficialmente poteva essere usata per cura idropinica (per bibita) solo alle Terme di Recoaro. A metà degli anni '60 si iniziò ad usare l'acqua Lora con brillanti risultati anche per cure inalatorie, polverizzandola con appositi apparecchi, nel trattamento delle infiammazioni delle alte e basse vie respiratorie, sfruttando la sua azione decongestionante, fluidificante, antispastica e sedativa. Nel 2008 il Prof. Cleto Veller Fornasa, Primario Dermatologo dell'Ospedale S. Bortolo di Vicenza ebbe la brillante idea di utilizzare l'acqua Lora per bagno (attualmente è in corso la fase sperimentale) in alcune malattie croniche della pelle (psoriasi e dermatite atopica in primis), come si fa da tempo a Comano nel Trentino, data la equipollenza tra le due acque (Pepe G. 2008, 2009).

A 50 anni di vita l'acqua Lora (oggi in commercio come acqua "RECOARO") rivela tutte le sue potenzialità terapeutiche. Potrebbe essere giunto il momento di commercializzarla anche nelle farmacie in una confezione speciale per cure domiciliari. Inoltre essa, con il marchio "RECOARO", potrebbe servire per una linea cosmetica, come già fanno la Avène e la Vichy. Sicuramente si sta aprendo per Recoaro Terme un futuro promettente, che diventerà realtà a condizione che, evitando gli errori del passato e utilizzando i vari progetti di rilancio finora proposti, ci si rimbocchi le maniche, si aguzzi il cervello e s'incominci a 'fare'.