LA VALLE DEL BOIA PDF Stampa E-mail
TERRITORIO
Scritto da Redazione   
Lunedì 12 Ottobre 2009 09:23

La valle del Boia inizia a 1200 m da una località chiamata Lasta Cattiva e termina a quota 400 m sotto il ponte austriaco nei pressi della chiesa di Campotamaso. Lungo il percorso ogni sommità ed anfratto che cingono l'alta valle possiedono un proprio nome e, con ogni probabilità, un particolare significato anche se non sempre noto.
  Osservando le cime da sinistra verso destra, troviamo il “Sengio del Lovo”: nome di chiara derivazione veneto latina significante lupo. Più in alto si trova la "Pria del Bovarle”. La terminologia è probabilmente cimbra ma di significato sconosciuto.
  Proseguendo ancora verso destra appaiono gli spigoli del Realto con resti di opere risalenti alla prima guerra mondiale. Arriviamo poi a "Lasta Cattiva" massima quota della valle. Alle sue spalle si erge cima Marana.


  Lasta Cattiva è caratterizzato dalla spaccatura che si apre tra le due rocce. Il nome potrebbe avere una duplice origine: germanica dove Last significa caricare o veneta con Lasta indicante piani fortemente inclinati. Non si conosce la derivazione esatta in quanto nelle nostre zone convivevano sia popolazioni venete che cimbre. Proseguendo verso nord-est si era ergono le aspre guglie dei Castiglieri che appaiono più numerose si è osservato dal versante nord.
  Le principali sono tre: il "Castigliero" che è il più alto sul quale un tempo svettava una croce, il "Sengio dell'acqua" il cui nome deriva dalla poca acqua che scorre ai suoi piedi ed il "Sengio bianco" l'ultimo più destra. Il nome Castiglieri deriva dal fatto che offrono una vaga somiglianza con delle torri di guardia.
  Continuando verso destra, sotto i Castiglieri si giunge alle "Sabionare". Il significato del nome qui è evidente e richiama il tempo in cui veniva estratta la sabbia per ampliare la primitiva chiesa del paese, per la ricostruzione del campanile, del cimitero vecchio negli anni tra il 1892 e il 1913.
  Poco sotto al di sotto del Sabionare si snoda tra faggi e carpini il "Trodo Cavallaro". Si ventila l'ipotesi che fosse stato un sentiero romano ma non vi sono prove a supporto di tale teoria. Lungo questo sentiero troviamo ancora intatto il "Roccolo della Trinca" qui. Da qui inizia anche l'omonima valle. Il termine deriva dal tedesco e significa abbeveratoio.
  
 LA LEGGENDA DELLA VALLE DEL BOIA

  In passato si sono formulate varie ipotesi della storia, la vita e la fine del misterioso boia vissuto nella valle dal quale avrebbe assunto il sinistro nome. Qualcuno disse che il boia si fosse ritirato in questa valle dopo avere esercitato per anni l'attività per conto della Serenissima nel desiderio di cancellare il suo passato dimenticato da tutti.
  Per altri invece e gli era servizio del Signore locale ed eseguiva le pene capitali nei pressi della valle trasportando poi i cadaveri presso la contrada Tomba dove li seppelliva.per alcuni vecchi si trattava di un padre iroso che prima, in un eccesso d'ira, aveva ucciso il figlio e poi, impazzito per il dolore, iniziò ad ammazzare quanti transitavano per la sua valle.
  La leggenda maggiormente conosciuta narra invece di una famiglia solitaria formata da padre, madre e un bimbo di nome Mattia.
  Un giorno la madre morì, il padre, rimasto solo, si legò molto al suo figliolo che teneva sempre con sé. Il piccolo crebbe e all'età di 18 anni il padre decise di mandarlo a vendere la mercanzia prodotta. Purtroppo sulla via del ritorno il giovane venne assalito dai briganti, che lo uccisero a bastonate.
  Quando il genitore lo venne a sapere impazzì e iniziò a uccidere quanti incautamente lo avvicinavano. Durante una notte di lampi e tuoni, che facevano eco in tutta la valle, il povero disgraziato si accasciò esanime invocando l'ultima volta il nome del suo figliolo.
(da Marco Bevilacqua - Stefano Fontana - Denis Sabbadini,  Note Storiche e naturalistiche sul sentiero "Gianni Braggion"
 

Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Ottobre 2009 14:14