25° di esperienze musicali alla Scuola Media Garbin PDF Stampa E-mail
SCUOLA - Scuola Primaria

Scuaola Media "Garbin"Con un impegnativo saggio musicale e corale la scuola media Garbin ha celebrato venticinque anni di presenza attività della classe musicale per gli alunni della scuola secondaria di primo grado.

 

 

Sul significato di questa esperienza didattica, ma anche artistica, il professor Antonio Boscato, che, come preside, ne è stato l'iniziatore del 1987, ci ha inviato una breve corrispondenza per illustrare il valore formativo educativo e didattico di un’iniziativa che in venticinque anni ha avvicinato quasi settecento alunni al mondo della musica in modo diretto attraverso l'apprendimento di uno strumento musicale.

 

Esperienza musicale di una scuola media
all'interno di città da sempre "musicale"

di Antonio Boscato

Nel celebrare un’iniziativa nata un quarto di secolo fa, e ancora presente e attiva, è giusto sottolineare il significato di questa esperienza.

Se pensiamo che la media degli alunni frequentanti questo tipo di classe si è sempre aggirata sui 27 alunni, ciò vuol dire che quasi settecento ragazzi in questo arco di tempo hanno avuto l'occasione di completare la loro formazione culturale anche attraverso l'accostamento ad uno strumento musicale, svolto tra l'altro con degli insegnanti sicuramente tutti assai didatticamente validi  e senza alcun costo aggiuntivo per le famiglie.

Per dovere storico io ricordo che l'iniziativa mi è stata suggerita, erano appena cinque anni che ero preside della scuola, dal maestro Prof. Nereo Dani  valente musicista che mi spinse a iniziare questa nuova esperienza, di cui in verità sapevo allora molto poco e che mi aiutò a istruire le pratiche giuste.

Di questi quasi settecento alunni, di cui i più vecchi ormai hanno 36 anni, qualcuno ha proseguito nello sviluppo delle proprie doti musicali raggiungendo degli ottimi livelli anche sul piano artistico.

Partendo da questa iniziale esperienza, alcuni sono diventati anche di concertisti affermati. Molti altri hanno dato il loro contributo in molti strumenti anche nella formazione della banda città di Valdagno o Marzotto come si chiamava allora, ma tutti hanno portato a casa qualcosa di più di quello che la scuola ha saputo proporre, e tutto ciò gratuitamente senza alcun costo aggiuntivo.

All'inizio, e forse per diversi anni, qualcuno sottolineava che le classi musicali rappresentavano nella scuola delle “classi d’élite”, talvolta sottolineando ciò con un po' di contrapposizione nei confronti delle classi cosiddette “normali”.

Non si è mai voluto o tentato di fare selezioni: a questa esperienza erano ammessi tutti coloro che lo chiedevano senza alcuna distinzione di zone di provenienza, di reddito, di classe sociale. Era un'offerta formativa aperta veramente a tutti e si chiedeva soltanto ai genitori la sensibilità di capire il valore educativo della proposta e agli alunni una certa predisposizione e sensibilità per la musica.

 

Ma forse un po' di vero esisteva in questa affermazione (“classe d’élite”), solo nel senso che la musica si è sempre rivelata un di più, proprio perché rappresenta una esperienza forte, che apre all'esperienza del bello, che permette di fare una forte esperienza di gruppo nella musica d'insieme e ciò non poteva e non può essere senza risultati al momento del completamento del ciclo formativo, fondamentale nella costruzione della persona, della scuola media.

Il valore educativo che l'iniziativa ha assunto sta soprattutto in questo: la musica per un preadolescente è un importante apprendimento, ma soprattutto è importante il personale accostamento alla “bellezza”, di cui ogni forma d'arte e di musica è diretta espressione. La bellezza, ha detto qualcuno, e ciò che salverà il mondo specialmente nei momenti di crisi e di apparente decadenza.

 

La scuola sicuramente anche oggi a questi alunni offre molto, ma chiede anche un di più: nel senso di farsi carico di un'attività e un impegno scolastico maggiore.

 

Non va dimenticato però che già a partire dagli stessi anni la Garbin aveva dato avvio a iniziative aperte a tutti gli alunni, con attività pomeridiane di vario tipo, che si presentavano allora come pionieristiche: la “scuola aperta”, lle settimane bianche ad Asiago autogestite, esperienze di viaggi all’estero economicamente  impensabili oggi. Soprattutto la scuola Garbin è stata la prima scuola media della provincia a dotarsi di un computer a disposizione anche degli alunni, ancora ricordo il costo del primo computer utilizzato (10 milioni e questo per fare il confronto con il costo attuale).

Siamo stati anche la prima scuola del Veneto a dare il via all'esperienza di consiglio comunale ragazzi in un clima di partecipazione e di formazione alla cittadinanza.

 

Devo ricordare che queste iniziative erano possibili allora per il clima di grande collaborazione da parte di insegnanti di diversi corsi, che davano la loro disponibilità pressoché gratuitamente dal momento che, allora, non c'erano risorse aggiuntive da poter utilizzare per incentivare economicamente le iniziative e, in fondo, per molte di esse si ricorreva al volontariato. Nei confronti dei tanti insegnanti del tempo e anche di numerosi genitori conservo un sentimento di riconoscenza e di amicizia.

Ricordo i bilanci di quegli anni: con 6 milioni dati dallo Stato si doveva mandare avanti la scuola e poi si cercava qualche risorsa con i contributi liberi dei genitori.

Venticinque anni sono certamente molti e, dall'anno prossimo, la scuola Ita Marzotto Garbin perderà la sua intestazione e diventerà un istituto comprensivo, comprendendo in un'unica istituzione sia alunni delle scuole elementari e medie.

Ovviamente, non cambierà molto, ma esiste anche una storia di questo istituto che si riassume  in un nome e a me fa molto piacere trovare ancora alunni, ora già molto grandi, anzi già papà o mamme, che nell'incontrarmi mi salutano e ricordano che l'esperienza e il periodo trascorso alla scuola media Garbin sono stati per essi un periodo molto felice che ricordano anche per molti aspetti come  molto bello.

Sono convinto che questa tradizione anche oggi non è mai venuta meno.