TERMALISMO RECOARESE KO? PDF Stampa E-mail
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RECOARO TERME

Ci sono voluti 300 anni per realiz­zare il Termalismo recoarese e solo 30 per distruggerlo.

Di Antonio Bolcato

 

 

Iniziato nel 1689 con la scoperta della fonte Lelia (così chiamata in onore dello scopritore conte Lelio Piovene), il Termalismo re­coarese si sviluppò per tutto il '700 a Valdagno, dove l'acqua veniva trasporta­ta nelle spezierie per la distribuzione. La costruzione della strada Valdagno-Reco­aro (1815-1818, ultimata nel 1821) con­sentì lo spostamento della stagione ter­male nella sua sede naturale.

La Cura Idropinica (per bibita), pre­valente nel Termalismo recoarese, si in­crementò con la scoperta delle fonti Lor­gna, Amara e Nuova (1779) da parte dell'Ing. A.M. Lorgna. Nell'Ottocento si aggiunsero le fonti Capitello (1815), Giu­liana (1850), Franco (1853) e Aureliana (1897). I Bagni, iniziati nel 1792 dal Dr.G. Festari e sospesi dopo la di lui morte (1801), furono ripresi nel 1829 dal medico condotto di Recoaro Dr. G. Biasi, che oltre alle cure balnearie svilup­pò le Fangature parziali d'Ocra, entram­be entrate in routine nel 1876 con l'aper­tura dello Stabilimento Balneo-Idrotera­pico dell'Arch, A. Caregaro Negrin.

Iniziò allora l'epoca d'oro del Termali­smo recoarese con la sapiente guida del Dr. L. Chiminelli, Commissario delle Fonti, che trasformò Recoaro in una del­le più importanti stazioni termali d'Italia e d'Europa.

Nel 1893 fu chiamato alla guida delle Fonti il Prof. A. De Giovanni dell'Università di Padova, che, assunta la direzione sanitaria (1895), potenziò la Fisioterapia, attivò il Pronto Soccorso e istituì il servizio di Laboratorio. Il Prof. L. Lucatello, subentrato al De Giovanni, introdusse nei primi anni '20 l'uso dell'acqua minerale artificiale Amara So­dica.

A fine anni '20, sotto l'alta consu­lenza del Prof C. Frugoni, fu aggiunto il Gabinetto Radiologico. Nel 1960 entrò in uso l'acqua Lora, che fu utilizzata dal Prof. E Grossi, allora Direttore Sanitario delle Fonti, oltre che per bibita, per Cu­re Inalatorie.

A metà degli anni '80 iniziò il decli­no del Termalismo recoarese, che andò peggiorando fino ai giorni nostri.

La si­tuazione attuale è disastrosa, se confron­tata con quella da me vissuta nei primi anni '70, come medico termalista, e nei primi anni '80, da consigliere d'ammini­strazione della neonata società "Fonti di Recoaro SpA". Le Fonti Staccate Giulia­na, Capitello, Franco e Aureliana, le cui acque non venivano più prescritte, sono abbandonate e oggi chiuse.

Le Fonti Centrali sono in progressivo degrado per mancata manutenzione: l'Hotel Dolomi­ti è chiuso dal 1988 (da 25 anni); Villa Tonello-Margherita sta rovinando ed è perciò transennata; l'ex.albergo Giorget­ti è pericolante; il garage Dolomiti è crol­lato per la neve nell'inverno 2010-2011; da oltre 5 anni una frana impedisce l'ac­cesso al piazzale superiore del Compen­dio termale.

Nello Stabilimento Balneo-Idroterapico funzionano solo il reparto Bagni e la sala Concerti con il bar annes­so. L'ampio salone delle Amare, al piano terra dello stabilimento, è inutilizzato, in quanto le acque Lorgna, Amara e Nuova sono convogliate vicino alle originarie Lelia e Lora nel Porticato Lelia, dove av­viene la Mescita con una disordinata concentrazione di curandi.

La sala Lelia, attigua all'omonimo porticato, è sede della reception. Il reparto Bagni è dotato di soli 12 box con vasca e due lettini, al posto dei 32 camerini del 1876, ridotti a 15 nella ricostruzione del Baciocchi (1948-1952) e portati a 24 nella ristrut­turazione dei primi anni '70. Nel Centro Sanitario gli ambulatori sono ridotti di numero e per dimensioni. Il Laboratorio Analisi e il Gabinetto Radiologico sono stati eliminati.

Solo il Reparto Inalazioni, realizzato nel 1971, è in buono stato e funzionante. Il 1° piano, destinato all'ampliamento del Reparto Clinico-Diagnostico (come suggerito in occasione dell'impianto dell'ascensore), è utiliz­zato dall'Amministrazione delle Terme per i propri uffici, che negli anni '80 erano sistemati con la reception nella prestigiosa sede di Villa Tonello-Marghe­rita.

Le Cure Termali sono alterate. L'ac­qua Amara Sodica non viene più prodot­ta. I Bagni con acqua Lelia sono sostitu­iti con quelli d'ocra, che dovrebbero servire solo occasionalmente per poten­ziare l'effetto dei bagni ferruginosi. Non c'è spreco di ocra ? Le Fangature vengo­no effettuate con l'argilla delle Terme Euganee (fango artificiale grigio scuro, saponaceo) anziché con l'ocra di Recoaro (fango naturale giallo-rossastro, costitui­to dal deposito delle nostre acque mine­rali); eppure nel tariffario termale com­paiono solamente le Tangature parziali d'ocra', per cui quelle d'argilla vengono tariffate come se fossero d'ocra.

Le Inala­zioni anziché con l'acqua Lora (oligomi­nerale bicarbonato-calcio-magnesiaca), utilizzata con ottimi risultati dagli anni '60 per circa un trentennio, sono realiz­zate con la Lelia (minerale ferruginosa) dopo circa 300 anni dalla sua scoperta. Ma se la Lelia fosse valida per inalazioni, sarebbe logico attendere 300 anni per capirlo? E solo dopo 30 anni di utilizzo consolidato della Lora?

È il fallimento totale della politica termale, che potrebbe preludere alla chiusura delle Terme e alla fine del Ter­malismo recoarese. Per far risorgere e ri­lanciare Terme e Termalismo oggi, ci vorrebbe uno sceicco o un petroliere o un facoltoso industriale, che imitasse ciò che Karim Aga Khan fece in Sardegna per creare la Costa Smeralda (trasformò quelle poverissime terre della Gallura nell'angolo più incantevole della Sarde­gna). Così anche la nostra Conca di Smeraldo potrebbe rivivere, a patto però che vi operi una équipe medica compe­tente e di alta professionalità.

(Pubblicato in Realtà Vicentina Anno XXIV - I - Gennaio 2013 pag. 14)