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Messner, quest'inverno a San Vito al Tagliamento, durante la videoconferenza, ha detto che si sente sempre onorato quando viene nella nostra zona, la terra di Carlesso. E, in un suo articolo del '76, riferendosi a Carlesso, dice “... quando egli racconta ed insieme gesticola, si ha l'impressione che un istante dopo egli salirà su per le pareti della stanza, e quando egli arrampica, è sempre quel fiume di movimenti a contraddistinguerlo, a svelare la sua eleganza e la sua decisione”.

Un altro alpinista, Gian Piero Motti, così descrive la sua arrampicata: “Tutto nervi, agilissimo, riusciva a superare passaggi impossibili in arrampicata libera ricorrendo ad una tecnica personalissima, tutta impostata sull'opposizione degli arti”. Nel 1931, a soli 23 anni, è il più giovane accademico del Cai. Nel 1935 gli viene assegnata la 1a medaglia d'oro al valore atletico per l'alpinismo. Nel 1972 (alla 1a edizione) la Propordenone, di concerto con l'amministrazione civica, gli attribuisce il premio San Marco.

Nel 1987 la Comunità Montana Agordina gli conferisce l'Agordino d'Oro, premio alla discrezione. In 70 anni di alpinismo ha compiuto migliaia di ascensioni, ripetendo le vie di maggiori difficoltà e aprendone altre considerate ancora tra le più impegnative e complete delle Dolomiti.

Accanto alle salite si devono ricordare le decine di salvataggi di numerosi scalatori in estremo pericolo, spesso da solo ed in condizioni di tempo ed ambiente proibitive. A 76 anni, in Lavaredo, ripete la Nord della Grande in 7 ore. E, successivamente, la Nord della Ovest per la via Cassin. A 80 anni compiuti ripete la direttissima degli Scoiattoli e la diretta Dimai nel gruppo delle Cinque Torri. Un alpinista francese ha chiesto alla rivista del Group Haute Montagne di Parigi se il Carlesso attuale fosse il figlio od un omonimo del Carlesso degli anni '30, gli sembrava impossibile tanta longevità ai massimi livelli. Aveva trovato la sua firma sul libro di via della Brandler-Hasse sulla Nord della Grande di Lavaredo.