La caserma dei Carabinieri di Valdagno è intitolata a Giovanni Soldà l'unico militare dell'Arma della zona ad essere vittima nel periodo della Resistenza.
La dedica fu conferita nel 1946 dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, lo stabile allora era situato in Piazzale Pastrengo (Città Sociale) di Valdagno e adibito a caserma del locale Comando di Tenenza Carabinieri.
Quella sede seppur successivamente ristrutturata e adibita ad abitazione civile ne conserva ancora lo stile e la scritta.

Il 28 settembre 1975 fu deposta una corona d'alloro, a cura di una delegazione dell'A.N.P.I., nei pressi della lapide intitolata al Carabiniere Giovanni Soldà, posta in Viale Duca d'Aosta di Valdagno.
Nell'anno 1976, la sorella del carabiniere Soldà, Maria Luigia, fu la madrina in occasione della cerimonia di concessione, da parte dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, della Bandiera Nazionale alla caserma sede della Compagnia e della Stazione Carabinieri di Valdagno.
Successivamente la nuova caserma venne spostata nel nuovo edificio in via 7 Martiri.
Il 12 settembre 2009 con cerimonia militare ci fu l’inaugurazione ufficiale, della nuova sede della Compagnia Carabinieri di Valdagno, organizzata unitamente al Comune di Valdagno.
Erano presenti rappresentanti delle autorità politiche ed istituzionali tra cui citiamo il Comandante Interregionale dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Massimo Iadanza, ed il Comandante della Legione Carabinieri "Veneto", Raffaele Vacca.

La Storia
Ucciso dai tedeschi
Giovanni Soldà arruolatosi giovanissimo nell’Arma, dopo aver superato il corso per Carabiniere Reale e dopo un breve periodo trascorso in Africa, entrò in servizio a Verona. A seguito dell'armistizio dell’8 settembre 1943 e il conseguente sbandamento dell’Esercito Italiano fece ritorno presso la propria famiglia a Valdagno.
Successivamente entrò tra i primi a far parte delle formazioni partigiane. Precisamente, in data 02 aprile 1944, entrò nell'allora battaglione "Stella" poi Brigata" Stella" del Gruppo "Div. A. Garemi", che operava nella Valle dell'Agno.
Aveva abbracciato la causa partigiana con il nome di battaglia di "Remo". Partecipò a numerose azioni di guerriglia, in particolare verso le 23.00 di venerdì 30 giugno 1944, per predare armi, assaltò unitamente ai membri di una pattuglia composta da 415 partigiani e comandata da Francesco Gasparotto detto "Furia", un automezzo tedesco in transito sulla provinciale Valdagno - Montecchio Maggiore.
Nell'azione, che ebbe successo, riportò una ferita d'arma da fuoco per un colpo che gli trapassò le guance. Sempre in quell'azione persero la vita il partigiano Carlo Battistella detto "Piccolo" ed il Tenente Walter Fuhr del Comando Tedesco.
Rimase gravemente ferito il Maresciallo Ernst Utz, anch'egli del Comando Tedesco.
A seguito della lentezza delle operazioni di guerra sul fronte gotico e dei pesanti rastrellamenti del settembre del 1944, ebbe ordine, come tanti altri partigiani della zona, di sospendere le azioni.
Perciò, rientrato in famiglia, cercò lavoro come boscaiolo in quel di Castelvecchio, frazione di Valdagno, presso una ditta che lavorava per Ia Todt.
In seguito a delazione, veniva catturato ed arrestato dalla Brigata Nera di Valdagno il 19 dicembre 1944 in Castelvecchio. Condotto nelle carceri di Valdagno, venne seviziato ed interrogato per dieci giorni, nel tentativo di estorcergli confessioni e nomi di partigiani, ma senza alcun risultato.
Durante il trasferimento dal Comando Tedesco alla caserma della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), già sede del Comando Carabinieri Reali (RR.CC.) e successivamente sede della Tenenza e, quindi, della Compagnia Carabinieri di Valdagno, fu molto verosimilmente inscenato dai militari tedeschi un falso tentativo di fuga per coprire in realtà l'esecuzione, mediante fucilazione, del Car. Giovanni Soldà.
Il Carabiniere cadde colpito a morte nei pressi dell'entrata secondaria, distante circa 50 metri a nord dall'ingresso principale, dell'azienda agricola denominata "La Favorita", posta su quella che è l'attuale Viale Duca d’Aosta.
Il luogo della morte dista poche decine di metri dalla caserma allora sede della Guardia Nazionale Repubblicana. Erano le ore 19.00 del 28 dicembre 1944. Aveva solo 22 anni.
(documento redatto dall'Arma con la collaborazione dello storico Maurizio Dal Lago).