Perché si dice “la Rio” se Rio è maschile? Una spiegazione morfologica ci sarebbe ma è noiosa e qui mi importa poco. Il vecchio quartiere popolare di Valdagno come la Triana o la Macarena di Siviglia, è sempre stata “la Rio”. Quartiere caldo, oltretutto perché le case e le corti sono orientate in modo da godere di tutto il sole possibile alle nostre latitudini. Le corti: quella delle Finanze, quella dei gatti, una “sine nomine”, quella dei Carlini e quella “de sora” quella dei Castaldi e quella dei Gattare rispettivamente a destra e a sinistra per chi viene da piazza, 25 aprile.
A quella dei Gattare si accede da un portone che occhiude l’arco del portico ed è l’unica che conserva se ben nascosto tra l’erba il vecchio selciato di sassi mori della Rio. In quella dei Gatti e delle Finanze si vedono soppalchi di legno rifatti quasi uguali ai più antichi grazie all’intervento delle belle arti. Quella “de sora” ha il cemento per terra e nella pontareta di accesso, ma conserva un muretto vecchio come il cuco, a differenza del muretto della corte delle finanze che ha impresso nel cemento la data 1956. Gattare, Carlini, Castaldi sono i soprannomi di famiglie che abitavano o che abitano ancora in queste corti da qui denominazione popolare ( per il Comune si tratta solamente di via Rio numero X) tradisce quella tendenza personalizzante che caratterizza come vedremo in seguito tante parti della toponomastica della Rio.
La corte sta il condominio come il pubblico sta al privato. È nemica per sua stessa natura del concetto di privacy che dal mondo anglosassone è ormai penetrato anche della nostra cultura di latini del Nord. Ti obbligava a stabilire rapporti con i vicini: i fili per stendere in comune, il cesso in comune, le finestre che guardavano tutto verso un antico spiazzo centrale obbligavano a vedere e a sentire gli altri nonché a farsi vedere e a sentire dagli altri.
E questo, oltre ai più nobili e sentimenti, suscitava ed alimentava anche di effetti più deleteri della vita comunitaria: maldicenze, pettegolezzi, invidie, gelosie, eccetera.
Si poteva con varie gradazioni intermedie odiare o amare i propri vicini: ignorarli, però, mai.
(fonte: Appunti 1/1989)