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logo Schio-Valdagno Pass

di Urbani Francesco

...ma come lo dobbiamo chiamare ? o meglio chi mai lo chiama così…lo chiamano tutti più semplicemente traforo, buco, galleria, tutti nomi che usa la gente comune, che mai ha identificato quel nome “ufficiale”, forse troppo lungo, forse poco originale ma scontato, solo perchè doveva collegare due città Schio e Valdagno e con l’aggiunta di un Pass. Tutte le discussioni sul nome non sono mai riuscite a quel tempo a coniugare qualcosa di originale e breve …ma questo non è il problema.


Il Pass era un riferimento forse al vecchio collegamento con Schio attraverso la strada provinciale del Passo dello Zovo ? o forse… più subdolamente che il “Pass” stava a significare che per pass-are si doveva pagare ?
Sicuramente la seconda.


Un opera che storicamente era stata sognata molti, ma molti anni prima, più di un secolo!…
(n.d.r. L'ipotesi di un collegamento in galleria tra Schio e Valdagno è stata affrontata molte volte in passato. Si ha memoria di una proposta di galleria ferroviaria del nobile Luigi Valle in un Consiglio Comunale del 1872 per collegare Valdagno alla rete ferroviaria nazionale, l’idea ritornò anche durante la Grande Guerra 1915-18 per scopi militari)

un opera che serviva?... CERTO!
Ma che serviva anche, ai politici di turno, per illudere i cittadini ad ogni elezione!


Si usava come leva elettorale “Siii …costruiremo l’integrazione delle due città!…, è un’opera necessaria indispensabile!... porterà benessere, aprirà un varco nell’ isolata Valle dell’Agno!” . VERO! Poi finite le elezioni finito il sogno.
Del resto come nelle ultime elezioni, ora che il buco è fatto, sbandierando l’eliminazione del pedaggio… quindi il traforo rimane e probabilmente rimarrà ancora il “Leitmotiv” …delle prossime elezioni. (leggi qui la presentazione e gli interventi politici del tempo)

l’Opera:
inizio buco traforoRicordo perfettamente che in uno di quei momenti di ripetute ennesime disattese promesse elettorali, qualche burlone si prese la briga di “iniziare i lavori”...

Il punto prescelto era scontato, a Novale dopo il cimitero sul lato opposto della strada c’era già un “antro” che sembrava l’inizio di una galleria con della terra smossa “adatto per iniziare il traforo dello Zovo”, e con della segnaletica stradale una cariola e qualche badile, raccontavano ai passanti che stavano per iniziare i lavori dello scavo del fantomatico traforo…

Una burla che ancora oggi mi fa sorridere Ahahhahh.


...pillole di storia

Ma se torniamo ai giorni nostri dopo più di 25 anni dalla sua inaugurazione possiamo analizzare più seriamente anche dal punto di vista “storico” quali sono stati i passaggi per arrivare alla realizzazione dell’opera.
Se tralasciamo l’obbiettivo “elettorale” già citato potremo dire, sommariamente, che l’integrazione con Schio era auspicata dai cittadini di Valdagno… ma a Schio non importava un granchè per usare un eufemismo forse era solo un sodalizio fra partiti politici (DC) che governavano le due città.

Schio aveva una collocazione geograficamente aperta in espansione, Valdagno era chiusa anche negli spazi e qui mi riferisco a quell’espansione industriale, che poteva offrire benessere dal punto di vista lavorativo, ma che il territorio fisicamente negli spazi non offriva.
Molte aziende erano costrette a migrare verso Trissino, Montecchio, Brendola…necessità dovuta e condizionata dalla vicinanza a vie di comunicazione indispensabili, veloci, perché l’altro “buco nero” era una viabilità sulla “statale 246” da schifo …più di un’ora per fare 30 km e arrivare a Vicenza. Chi non se lo ricorda??
Anche la presenza “monopolista” della Marzotto fu un freno, dobbiamo dire la verità in questo senso …una apertura verso Schio voleva dire per la Marzotto una possibile e facile migrazione di manodopera verso quel territorio che stava espandendo le sue attività industriali in settori diversi.
Per un lavoratore del tessile poteva fornire contrattualmente opportunità economiche interessanti. 

E poi vogliamo metterci la concorrenza? …a Schio c’era la Lanerossi e lasciamo immaginare come le due realtà da sempre rivali potevano entrare in conflitto parlando sempre in termini di maestranze …di fatto le attività facevano parte fondamentalmente dello stesso settore e spesso si sentiva dire anche che una avrebbe comprato l’altra.
Ma poi forse la stretta di una crisi del settore tessile ha convinto i politici, che non potevano non dare corso a quell’opera, per dare uno sbocco lavorativo alla massa di persone coinvolte nel declino del tessile, della Marzotto e della valle dell’Agno.


Ma torniamo ad oggi: tralasciamo tutto questo, che non è il tema, anche se l’analisi sarebbe molto più profonda, senza contare che una volta “deciso” che si fa siamo passati al …dove si fa?… e anche qui ci sono voluti anni e anni.
Ecco, la scelta fu complicata, dalla viabilità esistente sembrava inizialmente impossibile sfruttare il percorso più breve in galleria fra Novale e Magrè … ma a ricordare quanto sia vecchio il progetto del traforo ce lo ricorda proprio la strada a quattro corsie che da Magrè và a morire verso il monte dove inizia la strada dello Zovo…quello era il primo segno della volontà di realizzare il traforo (da Schio)…ma quanti decenni sono passati da quella monca realizzazione di raccordo? …nessuno forse si chiede a cosa potesse servire una strada a 4 corsie in una zona che al tempo era praticamente agricola e andava verso il Monte?…ecco quello è stato il primo sogno illusionista.

Poi le ipotesi si sono incanalate pian piano verso il territorio di Cornedo, per poi ritornare a Valdagno senza fare i conti con l’uscita verso Schio ovviamente.
Certo Cornedo avrebbe potuto pretendere un nome diverso se il “Pass” con Schio partiva dal suo territorio e il “gemmellaggio”, a quel tempo anche anche politico, fra Valdagno e Schio si sarebbe interrotto😊

e torniamo a parlare di luci e ombre …

segnaletica sperimentaleMi sono confrontato con altri utenti e sicuramente nel tempo per quanto riguarda le “luci” ci sono stati dei miglioramenti nella galleria, che era estremamente buia e male illuminata. Difetto di progettazione??
.
Il primo miglioramento è stato quello di tinteggiare le pareti di bianco il ché ha migliorato notevolmente la situazione ma la soluzione se possiamo dire definitiva è stata sostituire completamente tutta l’illuminazione e arriviamo al 2021 più di 20 anni dopo.
Anche qui la domanda ritorna …difetto di progettazione iniziale? …perché …il buio “di una volta” …non è lo stesso di adesso 😊
o era il “braccino corto” dell’appaltatore?

Poi sono stati aggiunti negli ultimi anni dei punti luce bianchi lungo il lato sinistro, in direzione di Schio, ma nessuno è riuscito a dirmi in realtà a cosa servono …forse sostituiscono le luci di emergenza ora rimosse…

Successivamente sono apparsi anche i punti luce bleu e dai cartelli si capisce che stavano ad indicare la distanza minima da rispettare fra un veicolo e il precedente come dalle indicazioni sulla segnaletica stradale.


Un cartello che li declina come segnaletica sperimentale (diventata da anni sperimentalmente definitiva 😊)
Il punto su cui fare luce però è questo… i punti luce bianchi sono esageratamente luminosi al limite del “fastidio ottico” per chi guida e i punti bleu sono praticamente “oscurati” se così possiamo dire, dai punti bianchi.
Sfido chiunque da un punto bleu vedere il successivo punto bleu… sarà anche questo un errore di progettazione?
La considerazione è più che ovvia …la loro funzione è molto discutibile se non ridicola …ma forse, lo prevede qualche normativa …boh!
Forse semplicemente spegnere un punto bianco prima e uno dopo il punto bleu così che il punto bleu possa emergere fra i punti bianchi può essere una soluzione? …ma daiii…questo è un ragionamento da Bar, non tecnico.

Vabbè sarebbe interessante conoscere anche il parere del progettista dato che noi poveri utenti di normativa non possiamo discutere ma ci piacerebbe sapere se fanno parte della sicurezza del sistema per noi utenti, perché questo sarebbe importante.

Al massimo possiamo prevenire il problema con un paio di occhiali scuri, magari con un filtro cromatico adatto per far risaltare le luci bleu e attenuare i punti bianchi? …magari la tecnologia di oggi ce lo potrebbe permettere.
Forse esiste una intelligenza artificiale anche per il traforo?...speriamo!

perché l’intelligenza umana di chi si occupa di questo ….è latitante.

E i pannelli di segnalazione? Previsti secondo la Direttiva 2004/54/CE e il Decreto Legislativo 264/2006

Quelli già c’erano!…nel capitolato di sicurezza
Dove, nelle gallerie più lunghe e trafficate, all’interno devono essere installati pannelli variabili che permettono di segnalare in tempo reale eventuali problemi o cambiamenti nelle condizioni di traffico.

(qui le norme sulle gallerie) …ma sembra ci sia un unico pannello nell’ingresso da Schio annerito dallo smog.

e i semafori interni?
Era previsto nel capitolato, per la parte sicurezza (qui il link), che all’interno della galleria ci dovevano essere dei semafori per bloccare immediatamente il traffico all’interno in caso di incidente e fare in modo che non ci sia un accumulo di automezzi e quindi un ingorgo nei pressi di un eventuale disastro?
Forse ci sono? …magari sul soffitto, ma spenti, magari anche dipinti di nero perché personalmente ho difficoltà a vederli.
Questi semafori all’interno nelle gallerie, vedi in Trentino, ci sono … anche qui la domanda che emerge è:
perché lì sono ligi a una direttiva nazionale ed europea di sicurezza (ma se esiste per la viabilità pubblica non vale anche per quella privata?... perché questo è, di fatto, lo Schio-Valdagno Pass), o è una direttiva della regione autonoma?... o solo perché come regione autonoma hanno tanta disponibilità di finanziamenti che non sanno come impiegarli e vogliono fare invidia alle altre regioni?

Ma parliamo di sicurezza: i dati danno (sempre bilancio 2021)

24 rimozioni di veicoli per guasto, all'interno delle gallerie (18)

- 2 recuperi di animali segnalati da utenti

 - 12 recuperi di materiale in carreggiata

- 17 casi di pedoni/ciclisti in galleria

Certo cittadini cretini statisticamente ce ne sono e mi riferisco all’ultima voce …
ma nella realtà dei fatti …la segnaletica in generale è chiara e leggibile??

Se arrivi al casello da Schio ti trovi all’imbocco del raccordo su una strada a 4 corsie con una segnaletica di ben 10 segnali di divieto…e per leggerli?
… o ti fermi creando “panico nel traffico” o al posto degli occhi anche viaggiando ad una velocità di 40 km orari; devi avere uno scanner a “riconoscimento segnaletico” per leggerli tutti.
segnaletica a SchioDa Schio due segnaletiche uguali a poca distanza.

segnaletica da Valdagno nordDa Valdagno (ingresso nord) altre due.

Osservando alcuni cartelli sui due lati Schio-Valdagno si nota che l’ingresso al tunnel per le due vallate sono diversi, ad esempio:

Da Schio è vietato l’accesso ai veicoli che trasportano esplosivi o infiammabili… da Valdagno NO?
Da Schio non puoi accedere con motocarozzelle sotto i 249 cc …da Valdagno SI ?
Da Valdagno non puoi accedere con mezzi a trazione animale …da Schio SI ?
Da Schio non puoi entrare con macchine operatrici …da Valdagno SI ?
Da Schio non puoi entrare con ciclomotori …da Valdagno SI ?

Per fare una battuta direi che l’utenza che entra da Schio è molto più indisciplinata e pericolosa mentre da Valdagno questo non succede mai, quindi i segnali non servono 😊

display al CastellonNelle “luci” vorrei mettere in evidenza anche un indicatore luminoso che, proprio per il motivo che è stato messo, in vicinanza della galleria del Castellon segnala la temperatura, ma non è un segnale pubblicitario come quello delle farmacie è un dispositivo che avvisa il guidatore di una probabile situazione di pericolo in quanto a basse temperature quel tratto di strada può essere ghiacciato.

Probabilmente quel dispositivo è talmente costoso (o forse “poco costoso” perché comprato in Cina e oggi non si trova più) che da più di un anno visualizza appunto solo “simboli cinesi” invece della temperatura dato che gran parte dei segmenti del display sono spenti, … certo nel bilancio dello Schio-Valdagno Pass sarà difficile trovare i fondi per sostituirlo.( …e io pago!...diceva Totò).

i Ventilatori


Un'altra cosa che si nota, ma forse ora non più sono i ventilatori, che credo debbano servire per “estrarre” l’aria quando il livello del traffico produce una quantità di smog critica.
Ma c’è qualcuno che li ha mai visti in funzione? Certo una quantità di smog a volte pesante c’è, basta aprire il finestrino, avete mai aperto un finestrino in galleria??
 …per fortuna abbiamo le auto che oggi hanno filtri e ricircolazione d’aria interna e il problema non si presenta all’interno del mezzo … ma sarebbe interessante capire, se dobbiamo uscire dall’auto… in caso di incidente o, peggio di incendio, entrano in funzione?
Mi vengono dei dubbi dato che soffiando sul fuoco si crea così un effetto camino …o sbaglio?
…già dicono che è così, che si fa quando si vogliono alimentare le fiamme basta soffiare sul fuoco e se sei dal lato sbagliato della galleria …aiutooo.

E’ un problema che noi poveri utenti non ci chiediamo mai…ci basta passare dall’altra parte e incrociare le dita, anzi se aumentassero la velocità massima sarebbe un toccasana per uscire più in fretta…così diminuisce il rischio 😊

Ma se capitasse e speriamo non succeda mai , un incendio in galleria come dovremo comportarci?
La soluzione è quella di leggere le scritte sulla parete destra che indicano quanti metri mancano per uscire da una parte o dall’altra e correre? Ad esempio <-  2300 mt uscita 2390 mt ->” se siamo circa a metà galleria ma se siamo in prossimità dell’imbocco e sul lato sbagliato dovremo correre per 4600 mt prima di uscire…a voglia..arriveremo mai in fondo?…forse anche senza incendio potremmo uscire già di per sé intossicati dallo smog stagnante, figuriamoci.

Anche qui il normale cittadino si fa delle domande perché già dal decreto dalla legge 106/36 del 29 maggio 1996, quindi ben 3 anni prima che venisse completato il traforo (inaugurato nel 1999), nelle gallerie sopra i 500 mt, tenendo conto della probabile insorgenza di un incendio, il sistema deve avere vie di uscita garantendo che le persone possano, senza assistenza esterna, utilizzare in sicurezza un percorso senza ostacoli e chiaramente riconoscibile fino ad un luogo sicuro.
Anche qui il progettista non lo sapeva? O hanno giocato con la sicurezza per contenere i costi?.

Ecco in fine il capitolo costi e qui sono ombre, tante ombre.
Un’opera che in Italia sulla normale viabilità penso sia l’unica a pagamento e ce ne sono molte più lunghe anche qui in veneto, un’opera che nel passaggio dal “privato” al pubblico doveva nel tempo essere assorbita azzerando i costi, anche questa è diventata una promessa di ogni tornata elettorale (anche l’ultima). Per essere successivamente smentita. L’idea “politica” al tempo del progetto finanziario era che realizzati gli ammortamenti necessari per i costi dell’opera si arrivasse a integrare il collegamento delle due città come opera pubblica di normale viabilità e azzerare i pedaggi. Oggi invece siamo passati al pubblico ma i pedaggi sono ancora lì.

QUANTO COSTAVA TRANSITARE SOTTO LO ZOVO
nel 1999

Valore eqivalente in € oggi
(fonte Sole 24ore)

Classe veicolo

Tariffe in lire

Tariffe in euro

A) Moto sopra i 124 cc., auto a due assi con altezza di sagoma al primo asse fino a 1.30 mt.

5.000

3,48

B) Motocarri e auto a due assi con altezza di sagoma all’asse superiore a 1.30 mt.

8.000

5,56

C) Autoveicoli a tre assi

10.000

6,95

D) Autoveicoli a quattro assi

14.000

9,74

E) Autoveicoli a cinque assi

18.000

12,52

 

(N.B. il costo della benzina nell’anno 1999 (rapportato all’euro) era meno di 1€ al litro e con questo facevi tranquillamente il Passo dello Zovo, risparmiando con un auto 4,56€ a passaggio!!)

 

Da un costo/passaggio iniziale altissimo e con conseguente ridotto numero di passaggi si è “dovuto” sempre per motivi economici ma anche elettorali ridurre il costo e successivamente negli ultimi anni (2017) passare ad una gestione di “convenzione” per gli utenti del territorio riducendo le tariffe di passaggio cosa che naturalmente ha impattato favorevolmente sul numero di transiti e quindi un toccasana anche per le casse dello Schio-Valdagno Pass.

Ora però rimane un altro problema per l’utenza, soprattutto quella pendolare, che usa per l’83,4% il Telepass (bilancio del 2021), per quanto riguarda i costi di abbonamento a tale servizio.

Premesso che “Telepass” a fronte di un aumento nel 2024 del 113% del canone ha visto un esodo di massa del numero di abbonati migrare verso altri sistemi di pagamento tipo Unipolmove, MooneyGo etc. ma VI-Abilità nonostante le promesse non ha ancora adeguato il sistema informatico del casello. Doveva già essere pronto per la fine del 2024 ma ad oggi non si sa ancora nulla.
Qui la risposta di Vi-abilità alla specifica richiesta disponibile anche sul loro sito.
.
E’ difficile capire come in autostrada il sistema Telepass funziona anche con chi ha sistemi di pagamento diversi mentre lo stesso, installato sullo Schio-Valdagno Pass, non lo fa.
A pensarla male, forse un altro sistema per lucrare sulla concessione dello sconto concesso ai “local”?

Nel giornale GdV di oggi 31/1/2025 leggiamo un articolo che Salvini ministro dei trasporti ha concesso la gestione del tratto di Autostrada BS-PD alla regione Veneto un tratto ad altissima reddittività per il numero di passaggi.
E’ evidente per chi è informato che tale concessione và a sanare il grande buco della Pedemontana Veneta che le casse della Regione Veneto deve colmare. Si parlava sulla stampa di 180 milioni di euro dovuti alla SIS con un canone annuo stratosferico su una “Superstrada” a pagamento …e che pagamento … molto al di sotto della mole dei passaggi previsti
…altro errore di progettazione finanziaria?
Oggi si propone di “indennizzare” la mobilità pendolare con uno sconto (limitato) sui passaggi in SPV come si è fatto con lo Schio-Valdagno Pass.

Certo quei lavoratori che si muovono sul territorio soprattutto nel tratto Thiene-Bassano penso non siano certo entusiasti di pagare una tratta di superstrada al prezzo attuale (forse il più alto d’Italia), ma forse neanche a quello scontato, quando prima potevano utilizzare la “Gasparona” che comunque era un’arteria sufficientemente veloce, mentre ora il tempo del tragitto casa lavoro date le innumerevoli rotatorie e svincoli che ha creato la SPV è aumentato considerevolmente.

Meglio potrebbe dire qualcuno; più bassa è la velocità meno sono i rischi di incidenti…abbiamo migliorato la sicurezza dei lavoratori pendolari! (ECCO LA SOLUZIONE! 😊)


Ho voluto sperimentare quanto tempo ci vuole a percorrere il tratto Thiene-Bassano sulla viabilità ordinaria attuale e mi risulta che il tempo di percorrenza è tornato ai livelli di quando si utilizzava la vecchia strada statale passando da paese a paese semafori compresi cioè quando non c’era ancora la Gasparona.

Tornando al beneamato “lascito” del ministro dei trasporti ora la domanda che si ripresenta è:
se gli introiti che incasserà la regione Veneto dall’autostrada BS-PD andranno a colmare il “canone” della Pedemontana

…perchè lasciano solo a noi Veneti dell’Alto Vicentino a pagare un traforo ?

… cornuti e mazziati ??
perché anche a pagare … tanto SICUREZZA…non se vol fare!

O …questo perché siamo ricchi??


P.S. forse l’unico segnale di obbligo che serve alle entrate del traforo è questo:

“voi che nel tunnel volete passare …il segno della croce vi dovreste fare!"