NOTIZIE DI STORIA RELIGIOSA SULL PARROCCHIA DI NOVALE |
STORIA - Storia Locale | ||||
Pagina 1 di 2 Più di 300 anni di indipendenza da Valdagno per la forza dell'Agno che distruggeva i ponti. Nella Valle dell'Agno, Novale confina con gli antiche nuclei religiosi di Rovegliana, Monte Magre, Monte di Malo, Cornedo e Valdagno. Era un territorio anticamente quasi sterile, boscoso e infruttuoso, poi trasformato a coltura. Nei documenti più antichi è nominato con il plurale Novali, che deriva dal latino novale-is, maggése. Tutti i paesi sorti intorno Valdagno hanno la loro origine dal vasto lavoro di svegramento operato con il contributo di lavoratori di origine tedesca dal XII al XV secolo. Novale le dipendeva, sia per l'amministrazione, che per il culto, da Valdagno: il territorio era, allora, come oggi, diviso dal torrente Agno che provocava gravi disastri quando tracimava abbattendo i ponti (semplici passerelle di legno) che univano le due comunità. Per l'impossibilità di traversata, veniva impedita la celebrazione d'ogni rito religioso, comprese le esequie: l'indipendenza di Novale era quindi impellente . Il Comune fu eretto il 29 marzo 1569 e, durò fino al 1928, quando rii riaccorpato a Valdagno in seguito alle leggi sulla risistemazione territoriale. La parrocchia fu istituita nel 1592, dopo la visita del vescovo mons. Priuli e in seguito alla morte dell'arciprete di S. Clemente, Girolamo Vallotti, intransigente nemico dell'autonomia di Novale, che avrebbe sottratto alla parrocchia centrale, un vasto territorio e le relative decime. La chiesa dl San Paolo Apostolo Subito venne avvertita, l'esigenza di una chiesa vera e propria: per questo edificio sacro, poi demolito nel 1858, fu scelta una zona più centrale, rispettando il canone Est (nascita del sole, cioè di Cristo) e Ovest (tramonto, morte di Cristo), andamento che raffigura nascita, sviluppo e morte del cristiano. Il tempio, munito di campanile e costruito tutto grazie ai parrocchiani, nel 1594 ebbe l'intitolazione all'Apostolo San Paolo, anziché a San Giorgio come volevano i Trissino. L’attuale costruzione si deve all'instancabile operosità di un sacerdote novalese, don Bortolo Crocco (parroco dal 1840 al 1885), e del suo cappellano don Giuseppe Guasina. La prima pietra fu posata nel 1845 e i lavori si conclusero nel 1868, come ricorda una lapide in sacrestia. L’edificio, eretto grazie alla caritatevole pietà dei novalesi, fu progettato dall'architetto feltrino De Boni. La facciata presenta un timpano, coronato dalla statua di Cristo, con due angeli ai lati e quattro lesìene corinzie con due nicchie, una dedicata a S. Luigi e l'altra a S. Agnese. Il battistero, un tempo situato alla sinistra della porta principale, è stato spostato a destra dei gradini che portano all'abside: il fonte battesimale è di marmo rosso. La navata, con grandi lesene corinzie alle pareti, presenta quattro altari laterali: a destra, prima S. Rocco e S. Sebastiano, poi la Madonna del Rosario, a sinistra san Giuseppe e poi il S. Cuore. L'abside è abbellita da uno splendido altare maggiore, concepito ancora da De Boni e staccato, “alla romana" dalla parete di fondo a semicerchio: ai due lati si ergono le statue degli Apostoli Pietro e Paolo. Il tempio fu restaurato negli anni `90 dall'arciprete don Giovanni Gasparotto: ne è risultata una nicchia luminosamente bianca, che ricorda la luce della Trasfigurazione, con accenni dorati sui capitelli delle lesene. Come quasi tutte le chiese dell'epoca, ha un campanile di notevole altezza. Crollato quello del secondo edificio (1839), sostituito provvisoriamente da una incastellatura di legno, la prima pietra del nuovo campanile fu posta il 4 aprile 1894: era arciprete don Bortolo Chiarello. Raggiunge un'altezza di 63 metri e 48 cm. Venne inaugurato solennemente il 25 aprile 1904. |
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