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SE E' POSSIBILE (E FORSE COME) AMMINISTRARE VALDAGNO (2 parte)
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Dà infine esecuzione a una serie di interventi di manutenzione (piste ciclabili, grande rotonda del ponte dei Nori e interventi a pioggia all'interno della città...).
Ma il tutto si risolve lì. Valdagno, com'era prevedibile, non è rivoltato come un calzino. Quelli che dovevano essere progetti per dare un nuovo ruolo politico e socio-economico non partono (o forse neppure esistevano) anche se, durante tutto il mandato, Bosetti riscuote un notevole successo e gradimento nella città.
Invece due fallimenti progettuali rilevano il limite culturale di una certa visione.

Lo slogan che l'associazione “Area” aveva lanciato con la candidatura Bosetti (“Sei Comuni, una Città") abortisce prima di definirsi, per due elementi che sono tuttora in gioco: la vallata si sviluppa in modo lineare da nord a sud. Da Cornedo in poi guarda verso lo sbocco della valle. Agisce,  inoltre,  il localismo locale che impedisce di dare un contenuto concreto a un'idea molto generica e inconsistente (va ricordato che negli  anni ‘70-’80 si era già parlato in maniera molto velleitaria di una possibile fusione di Valdagno e Cornedo). La stessa Valdagno è anche oggi un insieme di “frazioni” senza uno spirito di “città” (Maglio, Novale, Campotamaso, per non parlare poi delle zone collinari e delle contrade che hanno ciascuna propri interessi, tradizioni e punti di riferimento).

Durante i nove anni dell'esperienza Bosetti non si forma una classe politica nuova, anzitutto per la forte tendenza ad accentrare su di sè le decisioni da parte di Bosetti, che non delega quasi nulla. I partiti nazionali poi (Lega, Forza Italia, AN), se pur presenti al momento delle elezioni, non svolgono alcuna attività politica locale.
La rielezione di Bosetti, scontata anche se nel frattempo l’Associazione Area non svolge alcun ruolo, è un successo puramente personale, nel quale per nulla pesano  le forze politiche locali. Nel 2004 l’elezione del candidato designato da Bosetti come  naturale successore, in attesa di un successivo ritorno, Alberto Neri, crea qualche momento di ansia, ma passa con tranquillità. Neri avverte il pericolo di essere considerato un uomo di paglia e si affranca con decisione dal suo “protettore”, giungendo inevitabilmente e assai presto allo scontro, per cui nel 2009 il confronto è tra Neri e Bosetti e i partiti politici giocano la parte delle comparse.

L'altro fallimento di Bosetti è la "Fondazione Festari" che doveva diventare il laboratorio dei laboratori per tutto l'Alto Vicentino. Alla fine diventa soltanto l'ente che gestisce le due sale di conferenza dell'omonimo palazzo.

Vale la pena di notare che a Valdagno la memoria collettiva è una memoria a breve termine. Nel 2009, dopo il primo mandato di Neri, Bosetti si ricandida e, pur essendo giunto al ballottaggio, non viene rieletto nonostante i grandi meriti che la città avrebbe dovuto riconoscergli, e ciò anche per l'abbandono di gran parte del gruppo che l'aveva lanciato e sostenuto precedentemente. Accade anzi che qualcuno degli ex fedelissimi si ponga contro con attacchi anche personali: tramite e-mail; una non gran bella fine per un personaggio che, secondo una certa mentalità molto localistica, doveva rivoltare Valdagno come un calzino!