19 APRILE 1968 A VALDAGNO - 40 ANNI DOPO - Pagina 3 PDF Stampa E-mail
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19 APRILE 1968 A VALDAGNO - 40 ANNI DOPO
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Ricordare perché?
La Marzotto se ne è andata, ma ha lasciato notevoli risorse inutilizzate. Degli spazi, anzitutto. La grande fabbrica di Valdagno è in gran parte vuota. È possibile che pubblico e privato insieme pensino a qualcosa di nuovo su questo problema? Per dove passa il rilancio delle scuole superiori? È soltanto questione di edifici da utilizzare meglio?
Ricordare, ricostruire (celebrare?) i quarant’anni dal 19 aprile può essere perciò l’occasione per fare i conti con la nostra storia, aprire un dibattito, come si dice, a 360 gradi guardandoci dentro con sincerità e coraggio. Ma forse sarebbe meglio distaccarci anche dal mito del 19 aprile, alle cui gesta hanno contribuito più le spinte esterne che le iniziative delle forze valdagnesi e recuperare le motivazioni forti che hanno sostenuto l’azione più coordinata e consapevole della maestranze della Marzotto, del Sindacato e dell’Amministrazione Comunale nelle vicende del 1969 per ricercare nel tessuto civile della città (non più all’interno della fabbrica) la volontà, le energie e le spinte per progettare, senza ripiegamenti su un passato, che non tornerà più, il futuro di Valdagno.
Ciò sarà possibile solo se ci sarà la capacità di ripensare non solo al ruolo di Valdagno-città ma di vedere e capire il contesto territoriale e socio-economico all’interno del quale Valdagno è inserita. Ciò significa interagire con gli altri Comuni della Vallata, con Montecchio Maggiore, con la valle di Chiampo, con Schio, Malo e gli altri Comuni confinanti.
E significa anche riagganciare i rapporti con la Provincia, la Regione, e con quanti hanno compiti programmatori e decisionali che possono coinvolgere Valdagno e la vallata.
Antonio Boscato

1 Tutta la vicenda e la pubblicistica ad essa legata sono state da me ricostruite nel volume: A Valdagno cade un monumento. 1968-1969 gli anni difficili della Marzotto, Valdagno, 1983