Quanto hai riportato dai tuoi viaggi? Guarda le foto PDF Stampa E-mail
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Quanto hai riportato dai tuoi viaggi? Guarda le foto

 

di Antonio Boscato

 

Per quello che ci portiamo dentro al ritorno, si può immaginare un viaggio come una “estensione”, come dire: di un certo numero di giorni, destinati a un viaggio o a una vacanza, mi propongo di vedere quante più cose possibili.

Al contrario, un viaggio può divenire un’occasione di “comprensione”. Mi verrebbe subito da dire che estensione e comprensione non vanno molto d’accordo e, forse, si escludono tra loro. È come se in un pranzo si volesse abbuffarsi di tutto senza saper dare un giudizio consapevole della qualità dei cibi.

In altre parole, nel primo caso io mi propongo di vedere tutto il possibile, aggiungendo al bagaglio delle mie conoscenze ciò che in qualche modo già conosco: località e realtà celebri, nelle quali comunque bisogna recarsi perché ci vanno tutti. Un viaggio, infatti, può talvolta nascere da sollecitazioni esterne, senza che per esso si manifesti un reale desiderio.

È difficile che, in questo caso, si possano avere delle sorprese, semmai delle conferme (“è vero, è grande e bello come appare in televisione”). Ciò che si vede può stupire, ma non emoziona più di tanto.

Nel secondo caso, nel viaggio che abbiamo definito di "comprensione", non "vedere" ma "scoprire" è ciò che rappresenta lo stimolo. Non è necessario per questo recarsi in luoghi inesplorati, inaccessibili, dove non c'era nessuno e di cui nessuno parla.

Emozioni reali, arricchimento di nuove conoscenze, anche cambiamenti interiori possono essere il frutto di un turismo cosiddetto “normale”. Ciò che conta a questo punto è quanto c’è nella testa.

Quali sono le caratteristiche che distinguono i due tipi di viaggiatori?

C'è chi prepara la valigia, controlla i documenti, prende l'aereo e sa di essere pronto. Al contrario, c'è chi al viaggio si prepara ricercando notizie sui luoghi, costumi, problemi della società…. Un bagaglio di conoscenze acquisite aiuta, è già una prima condizione per il viaggio di scoperta, ma non ancora sufficiente. Bisogna avere allenato gli occhi non solo per "guardare" ma per "vedere", magari quello che è nascosto dietro la deficienza di un monumento, talvolta in contrasto con tanti altri dettagli: trasferire l'attenzione da ciò che la guida ti suggerisce di vedere, a ciò che invece tu, queste capacità, riesci a cogliere.

Al ritorno a casa è possibile fare un piccolo test, giudicando la quantità di foto che oggi, tutti armati di fotocamere digitali, riportano.

Si può comprendere subito che cosa ha significato per loro il viaggio e cosa si siano portati ritorno non dalla qualità tecnica ma espressiva dei soggetti delle loro foto. Ci sono quelle che si potrebbero definire “foto cartolina”, che nulla aggiungono a quanto già trovi nelle cartolerie e sui banchi di souvenir, servono solo a confermare che lì, pure io ci sono stato.

L'amico o il parente rimasta a casa e che è chiamato a visionarle, le guarda scorrere sullo schermo del pc o della televisione distrattamente e, alla ventesima foto, è già in piena sofferenza riflettendo a quale impegno urgente ricorrere per sottrarsi al compito.

Ci sono invece altre foto che ti colpiscono, comunicano emozioni anche chi è rimasto a casa e tu si avverte che il viaggio "normale", anche quello vicino a casa, della persona che le ha scattate è stato un viaggio unico, come unici dovrebbero essere tutti i nostri viaggi.

Anche se torniamo da un posto per la terza quarta volta e ci sembra di aver saputo già tutto prima, ebbene questa esperienza deve comunque rappresentare un’avventura. Poche cose sono quelle che cambiano tanto in profondità la visione di una persona quando questa può incontrare, in maniera non distratta, culture, persone. Ciò avviene quando non soltanto persone culture sono viste da turista, ma s’incontrano e si dialoga con esse, ponendosi domande e cercando risposte.

Mi ha colpito la foto di un mio collega di viaggio recentemente in Cina, dove in ogni momento noi turisti davanti a monumenti mirabili eravamo circondati da una folla di migliaia di persone di ogni tipo e di ogni età. Una finestra all’interno di un battello lungo un fiume o in trasparenza un bellissima figura di ragazza cinese con un volto dolcissimo e allo stesso tempo malinconico, da chi aveva saputo cogliere questo particolare, pur in mezzo a centinaia di altre foto di celebri monumenti , era giudicata la più emozionante fra quelle da lui scattate.