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Il concetto era importante perché si voleva fornire agli alunni alcuni strumenti per conoscere in maniera partecipe e attiva i luoghi nei quali essi si muovevano. L'obiettivo era fornire delle prime competenze per stabilire collegamenti. In questo compito io mi sono trovato nella veste di “guida turistica” e per questo con loro sono ritornato a “viaggiare consapevole” in luoghi che conoscevo da sempre, ma che non potevo di dire di avere sempre “esplorato” in maniera attiva e, consecutivamente, “critica”. 

I luoghi in cui li portavo li conoscevo da sempre ma anche oggi, dal momento che sono i luoghi che, ad eccezione del periodo universitario, ho sempre abitato, mi permettono di fare qualche scoperta, la loro rivisitazione nella memoria mi dà qualche consapevolezza nuova.

A distanza di più di mezzo secolo da quella prima esperienza didattica, cosa porto dentro di quei “viaggi guidati” che, beninteso, non si sono esauriti in quell’esercizio didattico? In fondo cosa avrei voluto nelle mie finalità educative che i miei alunni ricordassero e conservassero di quelle ore trascorse a scoprire il “vicino” prima di navigare nelle diverse regioni dell’Italia? Questi miei primi viaggi a quali scoperte mi hanno portato?

Mi rendo conto che tutti i viaggi, ed anche questi, si fanno ma hanno valore se si conservano, si raccontano, si rivivono. Cosa potrei raccontare circa i miei viaggi fatti prima accompagnato e sostenuto, ma poi da solo nel mio territorio, composto di un centro cittadino dove risiedevo, e poi tante contrade, di abitazioni anche isolate, di colline coltivate per lo più a pascolo ma oggi sempre più abbandonate all'avanzare del bosco?

Città o paese?

Vorrei iniziare dicendo che il “centro” (ma anche tutto il resto della città) dove abito ma che è pure il centro valle, mi ha sempre dato un senso di oppressione dal momento che esso è inserito nel punto più stretto della vallata, i due monti che lo contengono in linea d’aria non distano tra loro più di 600 metri. Più a sud la valle si allarga sempre di più dando un senso di maggiore respiro. A nord, invece, è tutta “montagna” ed è quindi sicuramente modo e luoghi diversi di abitare, un sinonimo che indica: vivere. Credo che nel mio passato (ma ora è proprio cambiato?) noi tutti cittadini abbiamo sofferto un senso di isolamento perché uscire dalla valle era scoraggiato anche da una abitudinaria forma di pigrizia e pure da un’unica via di collegamento spesso trafficata; ci bastava stare a Valdagno, non c'era bisogno da andare da un'altra parte.