(Fonte Virginia Gaspari "La Voce dei Berici "16 maggio 2010)
San Martino è il Santo protettore di Brogliano, al quale è dedicata l'antichissima chiesa di cui tutta la vallata dell'Agno è fiera. Inizialmente era una Pieve edificata sopra un modesto rilievo a un chilometro a nord di Brogliano, sulla strada che porta a Cornedo. È stata costruita con pietre, mattoni e materiali vari di età romana e barbarica, recuperati dalla precedente cappella che sorgeva proprio sulla riva dell'Agno e che fu distrutta da una piena del torrente poco dopo il Mille.
In seguito venne abbandonato l'abitato di San Martino e sorse il paese di Brogliano (da Brolium, cioè giardino-bosco). Gli storici hanno ravvisato in questa chiesa elementi che la farebbero risalire il primo millennio del cristianesimo, anche se la data da costruzione non è certa. All'interno sono conservati il fonte battesimale di epoca paleocriatiana, la pala della Madonna dei sette dolori, la pala di San Martino, una scultura della Madonna vestita del 17º secolo e affreschi raffiguranti Santa Caterina d'Alessandria e la Santissima Trinità, soggetti iconografici di origine nordica rarissimi in Italia.
Ancora più antica è la pietra tombale del magistrato romano Lucius Heius Calaerinus e di sua moglie, risalente al I secolo, ritrovata nel 1938 nel cimitero posto in basso sull'argine dell'Agno, vicino alla prima cappella. Ora è conservata al museo civico di Vicenza.
La presenza del Cristianesimo nella Valle dell'Agno ancora nei primo decenni del 600 è documentata da storici resti, conservati nella Pieve di San Martino a Brogliano. Su un lato della facciata della chiesa è posta una stele con due fregi: un guerriero longobardo con lancia e lunghi capelli e duE pavoni sui lati di una coppa d'acqua. Quest'ultimo era un simbolo caro ai longobardi convertiti al cristianesimo per l'influenza di Teodolinda, loro regina dal 589 628. San Martino fu proclamato patrono dei soldati dopo la sua morte venerato dai longobardi per un particolare affetto alla Pannonia (Ungheria), terra natale di San Martino.
Questa Pieve è la più antica della vallata: custodisce opere preziose ed emana grande fascino al visitatore. È matrice delle 28 parrocchie del vicariato.
L'attuale chiesa arcipretale del 1884, è in stile neogotico e, dei 28 prospetti delle chiese del vicariato, è senz'altro La più ricca di decorazioni. Sopra il portale gotico c'è lo stemma-vescovile, un mosaico della Madonna col Bambino e due angeli adoranti. Altri due angeli reggono un capitello dove è posta la statua di Sant'Eurosia, protettrice dei contadini e dei raccolti. Al centro appare un'edicola con un mosaico della Madonna Assunta in cielo.
L'interno è assai suggestivo. Entrando, lo sguardo è rapito in alto, dove spicca il celeste intenso delle arcate acute, e poi via via dalle fasce di colori vivi e diversi degli intonaci. L'altare. della Madonna del Rosario è del 1600, del 1700 quello dedicato a Sarit'Eurosia e il gruppo scultoreo del presbiterio. Sia l'altare del Rosario che la pala di Sant'Eurosia provengono dalla chiesa precedente. Il presbiterio è adornato da tre' altorilievi: la Cena di Errunaus, i simboli dei quattro evangelisti e il battesimo di Cristo.
La chiesa precedente, situata nella zona detta Castello di Brogliano, fu dedicata inizialmente nel XIII secolo alla Vergine Maria, poi a San Biagio, nel 1600 alla Madonna Assunta e nel 1931, data dell'ultimo restauro, a Sant'Antonio Abate.