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L'interno del duomo di S. Clemente 

La seconda tappa può esser una ricerca sulle moltissime proposte che offre l'interno del duomo. Non occorrono spostamenti, basta scegliere restando seduti su di un banco dopo aver varcato la porta maggiore. L'interno della chiesa costituisce la testimonianza matura di una tecnica costruttiva che era giunta tra la fine del 700 ed il primo 800 alla fase conclusiva.

Mura ciclopiche tali da sovrastare ogni edificio circostante che non sia la torre campanaria, un soffitto altissimo che si rialza ad ogni finestra in "unghie" per lasciar passare quanta luce possibile. Il soffitto è costituito da una vena di graticci o arelle di canne fissato su di una trama fitta di supporti lignei che si percepiscono anche dal basso come quadrati un po' più scuri al di la dell'intonaco, ma sopra vi è un’immensa trama di colossali capriate di legno che sostengono gli spioventi del tetto e che sono opera dell'esperienza secolare dei marangoni che costruirono le galere veneziane e le "catene" delle chiese gotiche venete come il S. Lorenzo di Vicenza e i Frari di Venezia.

Ogni parete è incardinata dai canoni severi dell'ordine architettonico. Chi ricorda il palazzo Valmarana-Braga in corso Fogazzaro a Vicenza, opera tarda di Andrea Palladio (dal 1556) vede che l'architetto bassanese Giovanni Miazzi (1698-1797), ideatore della chiesa e direttore dei lavori, vuol dare ritmo e misura a tutto l'insieme con la successione delle lesene di ordine gigante in funzione della glorificazione di Dio espressa dalla pianta, a croce immissa, col ripetersi del tre simbolo della Trinità in tutti i moduli costruttivi, con la luce irrompente dalla massima altezza possibile per far lievitare il soffitto.

II tutto attraverso i dipinti di fine 800 diviene catechesi: nessuna apertura tra le cinquanta lesene corinzie ma tanti riquadri in cui appaiono tutti i protagonisti importanti, i santi proclamati lungo i secoli dalla Chiesa Cattolica e gli episodi più significativi della loro vita. Ritengo che ben poche chiese presentino un omogeneo in cui tutto l'insieme, strutture architettoniche, decorazione, materiali, l’iconografia mantengono coerenza e dignità, che poche volte scade nello squallore delle statue ottocentesche fatte in serie.