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La trama decorativa è disciplinata dalla severa applicazione dell'ordine corinzio gigante nella successione dal basso di crepidini, plinti, lesene intere e angolari, architravi, fregi, cornici continue sporgenti su mensole, attici tutto quello che l'architettura del 900 spazzerà via in un solo colpo. Gli altari sono grandi macchine trionfali, in cui nulla è risparmiato per glorificare la santità dalle colonne massicce di marmo verde o rosso al sovrapporsi all'arco di un timpano triangolare e di un ulteriore attico: è una antologia completa per chi voglia vedere dal vivo tutti i tipi di modanatura. Il tutto viene in parte riscattato dall'equilibrio tra i vari elementi e da una certa semplificazione di impronta illuminista.

I dipinti rettangolari e quadrati che stanno tra le lesene sono opera del pittore friulano Lorenzo Rizzi (1830-1885), professore a Venezia nell'Accademia e quindi documentano nel bene e nel male insegnamento tradizionale, studio del disegno delle proporzioni, del colore, la compostezza delle pose, la proprietà dei colori, luci ed ombre. Non è qui il caso elencare tutti i santi e gli episodi ma proporre alcuni esempi. I due santi che affiancano l’aprirsi del presbiterio sono S. Pietro e S. Paolo; Pietro poggia i piedi nudi su di uno scalino continuo scheggiato dal tempo, con alle spalle due linee collinari molto simili a quelle che fiancheggiano Valdagno.

Sostiene un libro simile ad una cassetta determinando una linea obliqua divergente verso l’esterno; dalla cintura pendono le due chiavi del Paradiso. Sopra è raffigurata la liberazione di Pietro dal carcere: un notturno in cui s'accendono le tonalità argentee dei capelli bianchi del prigioniero, delle vesti dell’Angelo, della luna tra le nubi. Sul lato destro sta San Paolo: stesso scalino, stesso sfondo un po’ più a monte con un albero obliquo che resiste allo scorrere del tempo.

La luce investe il blocco marmoreo come se provenisse dal centro della chiesa. Due libri stanno accanto ai piedi, il braccio destro levato indica il cielo, lo sguardo fermo è rivolto ai fedeli. Sopra, nel dipinto più piccolo, è raffigurata la conversione del santo; può apparire un po' grottesca la figura col mantello rosa dispiegato sul terreno, viso con barbetta e lunghi baffi, forse esercitazione di uno scolaro che non riesce a metterci il solito cavallo troppo impegnativo, ma quello che conta è il raggio di luce che scende obliquo e che crea il contrappunto solare al notturno della liberazione di San Pietro sull’altro lato.