di Libero Riceputi
Vestita con і jeans е una maglietta, vestita di semplicità, Lara sali sul pullman. Il suo ciao e il suo sorriso asportarono i veli residui della notte e mi proiettarono nella pienezza del giorno, nella solarità. Quando si sedette accanto a me, provai una sensazione di piacevole smarrimento.
Assunse contorni di poesia, vista dal pullman accanto a Lara, anche la piatta Padania. Pensate: le risaie del Vercellese diventarono balze fiorite dalle quali io e Lara mandammo nel cielo gli aquiloni. Le prime cascatelle alpine, poi, diventarono acquari infiniti nei quali io, bisognoso di rigenerazione, mi tuffai a ripetizione.
Nella solitudine della mia camera d’albergo scrissi cartoline alle ragazze che, per un verso о per l’altro, mi interessavano. Quando le rilessi mi accorsi che avevo scritto dieci cartoline d’amore a Lara, cambiando di voltata in volta il nome.
Domenica pomeriggio io e Lara abbiamo “ufficialmente” scoperto il nostro amore. Ci hanno dato una mano un paio di bici, un paio di plaid, ma soprattutto i nostri occhi, che hanno fatto i monelli sotto il ciliegio.
Il "chiodo fisso" di Lara mi fatto lasciare il pullover sul treno. Forse se lo godrà uno zingaro che non le manderà mai che biglietto di ringraziamento.
Penso a Lara e scrivo poesie e pensieri con la penna che mi ha regalato, sui fogli che mi ha regalato. Tutto di Lara, insomma, compreso chi pensa e scrive. Lara ti offre sempre un ventaglio di possibilità, ma il suo modo di porgerlo ti fa capire subito la stecca che lei predilige.
Prima che avessi Lara avevo tutti e nessuno, adesso ho Lara e tutti.