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Tra i tanti episodi di questa guerra legati al castello di Paninsacco, ricordiamo quello tragico ed interessante della lotta tra Enrico Miglioranza ed icugini Morando di Paninsacco per la divisione del feudo. Dopo una guerra ricca di alterne fasi, nel 1291, Enrico Miglioranza si chiudeva nel castello di Paninsacco e là attese l'assalto del cugino nemico Morando di Paninsacco al quale avevano dato manforte i Padovani.
Circondato il colle, i vicentini e i padovani, usciti dal Carroccio, espugnarono la rocca e, fatto prigioniero Enrico con i suoi seguaci, lo condussero a Vicenza ove venne, assieme ai suoi fratelli fedeli, decapitato in Campo Marzio alla presenza di una folla inferocita.
Con la morte di Enrico Trissino finisce anche la storia del castello che pare sia stato distrutto nel 1514 durante la guerra tra la Repubblica Veneta e i Trissino i quali si erano alleati ai Milanesi.
La torre del castello poi, che si innalza a nord-ovest del tempio di Santa Maria quasi nel mezzo del castello, deve essere stata costruita contemporaneamente. Essa dominava tutta la posizione e dalla robusta base, che ancora resiste al tempo, si può pensare che fosse ben alta e che dalla sua cima si potesse osservare tutta la Valle dell'Agno.

Castello e torre furono lasciati in abbandono dai nobili Zon di Venezia, quando nella prima metà del secolo scorso, ne divennero proprietari, essendosi spento il casato degli Andrighetti. Nel 1876, la contessa Zon, vedova Marcello, vendette ai fratelli Marzotto e all'Ing. Dalle Ore Luciano tutte le sue proprietà in questi luoghi, meno il Tempio e la vetta del colle Paninsacco.

Chiesa di Santa Maria di Paninsacco

La chiesa di Santa Maria di Paninsacco, al cui culto è legata una tradizione di fedeltà e di amore da parte di tutta la vallata, è dedicata alla Natività di Maria.
Secondo Paolo Beni fu fabbricata nel 1212 da Paninsacco Trissino, figlio di Olderico III, il quale vi aveva inoltre costruito vicino - poco sotto la cima del colle verso sud - un convento di cui oggi non si vedono le tracce, ma che, secondo una monografia del Fornasa, va ricercato nell'attuale fabbricato colonico che si trova in Contrà Frati di Santa Maria.
Anticamente la Chiesa era racchiusa nella cinta delle mura del Castello che ivi sorgeva e che occupava tutta la spianata del colle.
In principio era affidata dai canonici regolari di San Marco di Mantova che abitavano nel convento e, più tardi, nel 1443, dai Canonici Regolari Lateranensi, che ancora vi erano nel 1762.
Fu mansioneria della famiglia Bevilacqua di Maglio di Sopra, poi della famiglia Andrighetti di Venezia e da ultimo dei nobili Zon pure di Venezia. Sotto la Adriana Zon, nel 1883, era mansionario Don Giuseppe Guasina, per tanti anni cappellano di Navale. Questi rinunciò alla carica di mansionario nel febbraio 1883, né fu sostituito da altri.
Nell'anno 1762 i Canonici Lateranensi di San Bartolomeo di Vicenza eressero l'altare di marmo di Carrara e in diaspro di Sicilia.
La porta d'accesso si trova sotto un gronde atrio e sopra di essa, scolpita nella pietra, si legge la seguente incisione:

D.O.M. S. MARIAE TITULO INSIGNITUM MCCXII EUGENIO IV S.P. CANONICORUM
REG. LATER. SOLERTIAE COMENDATUM MCDXLV FORMOSIUS EORUNDEM VIGILANTIA REDATUM
MDCCLXII