A destra la strada si lascia Castelgomberto e più avanti, sinistra, al di là dell'Agno, Brogliano con Quargnenta. Il prossimo Comune sarà Cornedo, con Cereda e Muzzolon. Poi si passa l'Agno sul ponte di pietra, prima di Valdagno, e il torrente è limpido, l'acqua scorre copiosa, nei "vaji" più in alto, là verso ponente e tramontana, luccica ancora la neve.
Alla stazione di Valdagno qualche viaggiatore scende. Altri salgono, verranno a Recoaro forse per qualche motivo legato alla "stagione" che sta per cominciare. Pagano al postiglione, una Lira Austriaca per quasi un'ora e mezza di scossoni sul selciato sassoso, con la strada che s'inerpica su per la valle fattasi stretta e ombrosa, ma fresca e piacevole malgrado la diligenza arranchi, inciampi, sussulti nel terreno accidentato. Eppure, sembra quasi un miracolo, questa nuova carrozzabile che ha sostituito la vecchia mulattiera o "strada cavallara".
Adesso i "foresti" si fermano a Valdagno sempre meno. Preferiscono proseguire per Recoaro, bersi sul posto tutta l'acqua che vogliono, senza farsela arrivare negli alberghi di Valdagno, portata a sera dai "mussatari" di Recoaro, allegri, rudi e avvinazzati.
Vogliono andare alle Fonti, i nuovi villeggianti, godersi il fresco e fare le chiacchiere alle terme, come usa la nobiltà e la borghesia vanesia di città. E ciò malgrado gli scossoni di questa strada non ancora ultimata. E malgrado il dispiacere dei valdagnesi che vedono sempre più deserti i loro alberghi, di Luigi Marzotto, di Lucrezia Bevilacqua Rubini, di Adamo Tomba e di Rocco Soster.
I quali, insieme a varie case date in affitto, "possono comodamente e decentemente alloggiare qualunque forestiero del più alto rango". Fino a 500 posti, per i forestieri, un numero tutt'altro che modesto. Sei Lire Austriache al giorno, centesimo più centesimo meno, con un supplemento di altre due Lire per il domestico. Trattamento di cinque piatti, un po' meno per il domestico, che deve accontentarsi di un trattamento "adattato alla di lui qualità".
A Recoaro l'albergo è più caro, sette Lire più due e mezza per ogni domestico. Ma c'è la comodità, appunto, di bersi l'acqua preziosa sul posto.
Certo che a Recoaro han cominciato a darsi da fare. Con la nuova strada i curanti arrivano a frotte, bisogna ben sistemarli da qualche parte, aprire per loro delle botteghe, dei caffè magari eleganti.
E mentre l'omnibus si lascia alle spalle Novale con San Quirico, i passeggeri raccontano le novità del paese termale. In pochi anni quei montanari mezzi tedeschi, forse quattromila comprese le cento e più contrade, hanno messo su 230 stanze in affitto, in una ventina di case del centro.
Ma non tutte sono raccomandabili, l'igiene non è proprio assicurata, come ha rilevato il Comune qualche anno fa, richiamando all'ordine affitta-letti, alloggiatori, betolieri e locandieri del paese. In compenso, 14 locande con oltre 200 camere, son destinate al "ceto mediò", ed altrettante, con oltre 240 camere, sono particolarmente adatte ad ospitare i villeggianti di riguardo. Tra queste si parla dell'Europa", del "Trettenero", del "Varese" e soprattutto degli alberghi delle Fonti, quello dei Fratelli Giorgetti e l'altro di Matteo Facchin. Al "Riposo" si fa l'ultima breve sosta prima di Recoaro. La salita è stata ripida, ora c'è la discesa fino ai Facchini, bisognerebbe che costruissero un tratto di strada più in piano. Chissà, forse in avvenire...