Perché la gente ha cominciato a muoversi di più, son sorte delle fabbriche nuove nel Distretto di Valdagno, forse un domani se ne pianteranno di grandi, e facilmente verranno su nella città Capo Distretto, e allora il commercio e il lavoro più intensi faranno spostare i valligiani_ su e giù per questa carrozzabile che appena tracciata già sembra troppo stretta. Trentasei filande da seta, ci sono nel Distretto, con 465 uomini e donne che vi lavorano, e poi nove fabbriche per panni ordinari, con 80 operai, quattro tintorie, 40 addetti a produrre tappeti, nastri e tovaglie.
Le altre, antiche attività della valle resistono al mutare dei tempi: 60 mulini macinano il grano, in 12 torchi si spreme l'olio, 4 mulini a sega tagliano il legname, altrettante fucine a maglio modellano il ferro, da due fornaci escono tegole e mattoni per costruzioni.
Ma i poveri, i mendicanti, i bisognosi, sono in gran numero nel Distretto. Quelli malati sono ricoverati gratuitamente nel fabbricato comunale di Valdagno, dov'è anche un Monte di Pietà con un capitale di quasi 50 mila Lire Austriache, e un pio Istituto elemosiniere come c'è a Trissino, a Castelgomberto e soprattutto a Cornedo.
Cultura, poca. Sono state aperte nuove scuole un po' dappertutto, ma sono poco o pochissimo frequentate specialmente nelle frazioni sui monti, e specialmente nelle stagioni in cui si lavora sui campi.
A Valdagno un'Accademia Filarmonica annovera 62 Soci, tre collezioni mineralogiche si trovano a Valdagno, presso Girolamo Festari, a Recoaro nella casa del fu Don Pietro Maraschini e a Castelgomberto in casa del defunto e illustre Castellini. Insomma, i dotti ci sono, ma pochi assai. Alla curva del ponte di legno che chiamano il Ponte Verde, la corona di monti che cinge Recoaro appare velata e si confonde col cielo. Sui fianchi delle colline, piccoli grumi di case punteggiano il verde.
Il postale è ormai giunto a destinazione. Il Distretto di Valdagno termina qui, sui bastioni di quel grande anfiteatro naturale che racchiude il paese. Non scorre pigra, la vita, in queste terre laboriose; la maggior parte della gente si spezza la schiena per sfamare le bocche numerose in famiglia. Ma molti, tutti sperano che qualcosa di nuovo accada, che si possa faticare un po' meno sui campi, che arrivi la paga giornaliera,.sempre uguale, sempre sicura, come capita già in giro, dove i contadini finiscono a prestar l'opera sotto un tetto, con qualsiasi tempo, e non si dipende più dal secco o dalla tempesta che ti fa piangere lacrime amare quando viene il momento del raccolto.
Don Marchesini, il parroco di Recoaro, ha detto che verrà per la Valle il tempo della prosperità. Anzi, sta già arrivando. L'acqua per Recoaro, la lana per gli altri, Valdagno soprattutto. Chissà, pensano i valligiani, forse tutto cambierà in questo Distretto, o quasi... Forse, un giorno, saremo tutti contenti e ricchi...
Opere consultate:
L. FORTI, Descrizione geografica del Distretto di Valdagno nella Provincia di Vicenza, tip. Picutti, 1826.
G. MANTESE, Storia di Valdagno, Valdagno, Ed. del Comune, 1966.
L. MAGNANI - G. TRIVELLI, Recoaro nell'Ottocento, Vicenza, Neri Pozza, 1987.