Da qualche tempo, in effetti, la situazione economica nazionale si era andata rapidamente deteriorando, per un paese che del resto già si trovava alle prese con campagne di conquista - come quelle che erano in corso in Albania e nell'Africa orientale oltremodo gravose sotto il profilo finanziario. In maggio fu introdotta un'imposta straordinaria sugli utili di congiuntura, rispetto alla quale gli industriali italiani, anche quelli più direttamente interessati alle ordinazioni militari, reagirono vivacemente dimostrandosi, così, assai poco sensibili al carattere «etico» della nuova tassa.
A Valdagno la produzione industriale dei lanifici Marzotto, che nel 1939 aveva subito un drastico calo, mostrò di incontrare ulteriori e crescenti difficoltà nel corso del primo anno di guerra, quando i pur consistenti ordinativi di stoffa militare arrivati dal governo e destinati alle forze armate cominciarono a rappresentare non solo una quota altamente significativa dell'intera attività manifatturiera valdagnese, ma anche l'unica vera commessa che avesse ormai una qualche effettiva rilevanza economica.
Lo sviluppo urbanistico della città, che negli ultimi 15-20 anni era cresciuta vistosamente soprattutto grazie alle imponenti realizzazioni della «città sociale» nella zona di Oltreagno, conobbe un brusco arresto, anche se proprio al 1940 risalgono alcuni importanti progetti messi a punto dall'architetto Francesco Bonfanti su incarico di Gaetano Marzotto, tra i quali spiccava la nuova dimora residenziale nel parco di Villa Valle-Orsini Marzotto.
Ben presto toccò anche ai valdagnesi fronteggiare il grave problema di reperire i generi alimentari di prima necessità, i quali avevano già cominciato ovunque a scarseggiare drammaticamente. A ciò si aggiungeva l'obbligo di consegnare «alla patria in guerra» tutti i recipienti in rame e le cancellate in ferro, al punto che Marzotto dovette affidare allo stesso Bonfanti un apposito studio per sostituire le recinzioni in ferro di tutti i parchi e giardini delle ville da poco realizzate. A dicembre, dopo zucchero e caffè, vennero razionati anche la farina, l'olio, il riso e la pasta, che divennero per molti valdagnesi dei generi praticamente introvabili. Il pane dovette essere prodotto per almeno un quarto con farina di sorgo.
A fiaccare ulteriormente il morale, insinuando nell'animo della popolazione civile una crescente paura dei bombardamenti, contribuiva il rombo sempre più frequente degli aerei in volo. Dopo che un bombardiere trimotore era precipitato nei pressi di Cerealto ai confini con Altissimo (26 settembre), causando la morte dei sei aviatori italiani che erano a bordo e i cui funerali furono celebrati solennemente a Valdagno il giorno seguente, alla fine di ottobre un apparecchio inglese sorvolò di notte la zona di Valdagno lanciando diverse bombe, che tuttavia non provocarono né feriti né danni materiali.