Nel frattempo, la guerra contro la Grecia che era iniziata il 28 ottobre portava i primi lutti, i primi dispersi e le prime medaglie. L'8 novembre 1940 cadeva Osvaldo Motterle, alpino ventenne della Julia, decorato di medaglia di bronzo. Il 14 dicembre veniva dato per disperso l'alpino Guido Pavan durante un'azione sul Topojanit. Un altro alpino di vent'anni, Tullio Soldà, cadeva il 23 dicembre sulle montagne innevate dell'Albania Sul finire dell'anno l'inverno si annunciò rigido e nevoso, aggravando in tal modo le già precarie condizioni di vita dovute alla penuria di alimenti.
Con appositi provvedimenti le autorità ordinarono la sorveglianza dei mulini che macinavano i cereali. Alcuni prodotti o materiali, come il cuoio che serviva a fabbricare le suole delle scarpe, erano praticamente scomparsi dalla circolazione, così come in giro per le strade si vedevano sempre meno gatti...
Di un certo pessimismo montante che si andava diffondendo tra la gente dovette accorgersi lo stesso Gaetano Marzotto. Nell'incontro che l'imprenditore valdagnese ebbe con le sue maestranze riunite per lo scambio degli auguri natalizi, egli improvvisò un discorso nel quale invitava tutti, con toni di inconsueta veemenza, a confidare nella vittoria finale e a rigettare ogni forma di disfattismo, segno evidente che dopo pochi mesi di guerra l'opinione corrente, ancorché impossibilitata a manifestarlo apertamente, già non mostrava di nutrire particolari entusiasmi nei confronti dell'avventura bellica intrapresa dall'Italia.
L'andamento delle operazioni sullo scenario bellico internazionale portò le forze armate italiane, nel volgere di alcuni mesi, a trovarsi impegnate su quattro grandi fronti di guerra, che andavano dall'Africa orientale alla Russia, dall'Africa settentrionale ai Balcani. E fin dagli inizi del nuovo anno 1941 incominciarono a giungere sempre più frequenti le notizie di valdagnesi feriti, caduti o fatti prigionieri nelle zone di combattimento. La sola contrada Lago di Castelvccchio, tanto per citare un esempio, pagò in quel periodo un alto tributo di giovani vite, prima con la perdita dell'alpino Antonio Dal Lago di Angelo (8 gennaio), ucciso sul fronte greco, e poi con la morte, avvenuta in Albania il 21 marzo, di Giuseppe Zen che lasciava la moglie e una bambina in tenera età. Altre vittime della guerra furono l'alpino Pietro Beato Reniero morto sul fronte greco 1'8 marzo, Beniamino Danzo di Novale morto in aprile e Pietro Disconzi, morto a Vicenza in seguito a ferite e sepolto a Castelvecchio.
Riconoscimenti al valor militare venivano intanto assegnati ai valdagnesi che si distinguevano in battaglia. Dopo che in aprile l'Italia aveva occupato la Dalmazia e il Montenegro, furono decorati con medaglia d'argento il sergente maggiore Carlo Dal Conte e con medaglia di bronzo l'alpino Pietro Guiotto.