Durante l'estate, dopo che il 22 giugno era iniziata la campagna contro la Russia ad opera dei tedeschi e del corpo di spedizione italiano, si andò parallelamente intensificando l'offensiva propagandistica interna, con la quale il regime fascista mirava ad esaltare, a beneficio dell'opinione pubblica appartenente ad ogni strato sociale, lo sforzo bellico nazionale. Ciò avveniva prevalentemente attraverso campagne di informazione ben orchestrate e «addomesticate», che utilizzavano con sistematica assiduità tutti gli strumenti di diffusione di massa disponibili all'epoca.
Il Teatro Impero di Valdagno divenne così un puntuale riferimento per tutta la vallata, ed anche oltre, per il cui tramite gli avvenimenti in atto sui vari fronti guerra, filmati e commentati, venivano presentati con l'intento di celebrare i successi del nostro esercito e del suo potente alleato germanico.
Tra luglio e agosto vi si proiettarono (in contemporanea con tutti i principali cinema e teatri d'Italia) alcuni documentari realizzati dall'Istituto Luce, come quello intitolato Guerra ai Sovietici che fu programmato il 5 agosto, dove si raccontavano i brillanti risultati ottenuti durante l'avanzata in terra sovietica nella prima settimana dopo l'inizio dell'attacco.
Mentre al vertice del comune il nuovo commissario prefettizio Luigi Rossi sostituiva il podestà Renzo Simionati, la crisi alimentare si andava facendo per la popolazione civile sempre più acuta. Il sorgo fu ben presto requisito dalle autorità e i prezzi di alcuni beni, come per esempio il burro, salirono alle stelle. Col primo di agosto la razione quotidiana di pane venne fissata a due etti per persona, ma già pochi giorni più tardi era scesa a 150 grammi, mentre la razione di carne veniva ridotta ad appena 80 grammi per persona alla settimana. In settembre tutta la produzione di patate, fagioli e piselli era da considerarsi requisita a scopi bellici.
A partire dal mese di ottobre anche il vestiario fu soggetto al razionamento, ma già dalla primavera precedente per un normale paio di scarpe, quando se ne trovavano, si dovevano spendere almeno duecento lire, una cifra per i più assolutamente proibitiva, per quanto ancora lontana dalle astronomiche ottomila lire che, soltanto un anno più tardi, sempre a Valdagno, sarebbe costato un paio di scarpe di cuoio!
Sulla scena internazionale l'anno si chiudeva con l'attacco giapponese alla flotta americana di stanza a Pearl Harbor (7 dicembre) e la conseguente entrata in guerra degli Stati Uniti, mentre le operazioni in Africa stavano prendendo per le nostre forze armate una pessima piega, con le truppe italo-tedesche in Libia costrette a ripiegare sotto i colpi dell'offensiva britannica.