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C'è un sacerdote nativo di San Bonifacio di cui non solo il paese che gli ha dato le origini, ma anche i luoghi dove ha prestato il suo servizio pastorale per più di cinquant'anni debbono essere orgogliosi: don Alfonso Zecchin. Don Alfonso è nato il 4 dicembre 1920 da una poverissima famiglia a Prove di San Bonifacio, un grosso comune in provincia di Verona, ma appartenente alle diocesi di Vicenza. Nel suo paese natale, Alfonso frequentò le scuole elementari e le prime due classi di avviamento professionale, come era uso in quel tempo per i bambini delle famiglie povere.

Evidentemente fin da piccolo fu notata la sua particolare predisposizione, certamente la sua pietà, tanto che gli fu proposto di avviarsi al sacerdozio e gli studi preparatori al seminario li seguì a Lonigo (Vicenza) in una scuola privata, dove alcuni sacerdoti preparavano i ragazzi all’ammissione in seminario. A quindici anni, nel 1935, venne accettato nel seminario della diocesi di Vicenza e lì compì tutti gli studi.
Durante la seconda guerra mondiale, il 15 novembre 1944 ci fu un avvenimento che dette una particolare impronta alla sua vita. Era già stato ordinato diacono e si trovava ospite del parroco di Peri in provincia di Verona, quando il paese fu sottoposto a un bombardamento da cui si salvò, pressoché miracolosamente, sia pure con ferita la gamba, mentre più di 30 persone che si trovavano in quella località perirono sotto le bombe. Egli attribuì quella quasi miracolosa sopravvivenza a un intervento della Madonna e da quell’avvenimento ebbe un ulteriore forte rafforzamento la sua particolare devozione alla Madonna, a cui fu sempre devotissimo.
La sua consacrazione fu celebrata il 24 giugno 1945 nella chiesa di Santa Corona di Vicenza.
Il primo servizio sacerdotale si svolse nella parrocchia di Malo in cui giunse come cappellano il 15 agosto 1945 due mesi dopo la sua ordinazione. Egli dimostrò subito un particolare predisposizione per la pastorale fra i giovani. Nello spirito di quegli anni organizzò anzitutto per essi delle associazioni sportive: la locale squadra di calcio ebbe grandi successi e diventò pure un vivaio di campioni: alcuni ragazzi infatti entreranno a far parte di squadre molto importanti, anche di serie A.
Fondò pure a Malo una sezione sportiva di ciclismo, che ebbe il suo momento maggiore di gloria quando uno dei suoi giovani, Gasparella, vinse addirittura un campionato mondiale su pista.
Ma a Malo le  sue iniziative non sono soltanto ricreative, egli cerca pure di comunicare ai giovani soprattutto lo spirito della carità ed ecco quindi  che fonda una nuova associazione: la San Vincenzo dei giovani.
Nel frattempo don Alfonso comincia ad essere conosciuto anche per le sue grandi capacità di comunicatore del messaggio cristiano e di predicatore. Egli per cinque anni viene chiamata del vescovo di Firenze a predicare nelle fabbriche di Prato. Predicare agli lavoratori nello stesso ambiente di lavoro fu per quegli anni un autentico apostolato di avanguardia.