Ma non sono da meno i benefattori locali che donano spazi e capannoni o lasciano delle sostanze per continuare l’opera. Così, l’opera cresce e si amplia, si aggiungono nuovi laboratori, la mensa, la sala di ritrovo per gli allievi, aumentano gli insegnanti, l’istituzione è finanziata dalla Regione Veneto. Egli segue in prima persona tutte le vicende e lo sviluppo del Centro fino al 1984, anno in cui presenta le dimissioni dall'attività di direttore del Centro Professionale.
Don Alfonso non dimentica però la sua “vocazione” sportiva e, pure a Maglio, fonda la sua brava squadra di calcio, l’Azzurra, che si fa onore nei campionati provinciali, diventando anch’essa una fabbrica di atleti e di calciatori.
Pur in mezzo a tante attività che lo assorbono don Alfonso non dimentica di essere il responsabile di una comunità cristiana numerosa e bisognosa di molte cure. Conduce lavori di miglioramento per le strutture parrocchiali, in particolare per la Chiesa, ma la sua grande devozione per la Madonna lo volge sempre al Santuario mariano di Santa Maria di Paninsacco, un santuario costituito da una chiesetta del XIII secolo, in collina sopra la frazione di Maglio, accanto ai resti dell’unico castello medievale rimasto in Vallata, a cui tutti gli abitanti della valle sono molto devoti.
È un luogo silenzioso, suggestivo, che invita spontaneamente al raccoglimento, ricco di quella silente armonia della natura che con semplicità porta a Dio e che don Alfonso, uomo di una fede semplice, immediata ma intensissima, amava tanto.
Il suo momento più bello lo considera il 1 maggio 1965 quando il Vescovo di Vicenza proclama la Madonna di Paninsacco regina della Vallata.
Potremmo dedicare tutto un capitolo della sua vita, e più che un capitolo sarebbe un libro, alla sua grande realizzazione: il campeggio.